Il Napoli c’è

Proprio così.  Sono e sembrano due realtà parallele, come in un copione di strategie, ma sarebbe, in questo caso, meglio dire di tatticismo: il Napoli  di qua, la Juve di là. Inconciliabili nel linguaggio del campo, simili nello studiarsi zolla per zolla, ovvero non sopraffare l’avversario, ma ridimensionarlo . 

Perché l'avversario è osservato, concupito come in una sorta di sensuale abbraccio calcistico. E poi il pareggio senza reti, uno 0-0 quasi incondizionato che accende, senza neppure volerlo, una luce sulla plausibilità dei progetti di questo campionato. Napoli e Juve, al di là dei reciproci odi agonistici, hanno dichiarato, attraverso una partita non bella, ma intelligente,  la volontà e la possibilità di incidere sul rush finale, sulla futura battaglia scudetto.

Per dirla in breve ecco ciò che è stato dell'atteso match torinese: primo tempo e parte del secondo giocato con personalità dal Napoli. Grande equilibrio. Tatticamente partita molto interessante. Tuttavia, il calcio è anche, e soprattutto , altro. È fantasia, colpi di scena, bellezza del gesto atletico e geniale. Alla fine, però, avranno sempre più ragione Conte e Thiago Motta piuttosto che Osvaldo Soriano. In Italia si vince col sano realismo e non con la languida e squisita bellezza di un glorioso giocare a pallone. Beh, meglio che ora la metafora si faccia un po’ da parte per lasciare posto a questo buon pareggio, nato dalla consapevolezza di non abboccare al possesso palla della Juve: un amo per allungare la squadra avversaria e colpire. Colpi a vuoto con un Napoli che fa il Napoli: tutto equilibrio e affondi rapidi e temibili.

 

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