Giornalista
Ha cominciato al Gazzettino di Napoli, poi alla Rotopress, infine a Il Mattino. "Mi interessa esprimere in maniera compiuta ciò che accade e formulare i miei pensieri, cerco di usare un linguaggio comprensibile. Ho un'allergia violentissima verso gli articoli reboanti di certi colleghi che annaspano nella retorica. Il mio intento è fare arrivare qualcosa in più a chi mi segue". Nel frattempo si sono susseguite esperienze ben vissute in radio e in tv, particolarmente a Crt-Telenapoli, inseguendo i progetti di un editore, Giulio Germaniesi, tanto accurato nel realizzare format televisivi quanto inafferrabile.
Lo Sport
Il calcio in particolare. “Non era divistico come adesso, che fanno a gara a chi ha più tatuaggi, o la cresta più dipinta. Fino all’epoca di Maradona, direi, contava soprattutto quello che vedevi in campo. Oggi invece hai Twitter, hai quelli che vanno in discoteca, quelli che mettono incinte le veline…”
Gli Inizi
Figlio di genitori ben lontani da questa professione – papà dirigente di una catena di sale cinematografiche, la mamma casalinga – da ragazzino aveva due sogni: diventare pilota d’aereo o direttore d’orchestra. «Al liceo andavo forte in italiano e storia, ero in classe con un piccolo genio della matematica. Raggiunta la maturità, un compagno di classe mi mandò un bigliettino: guarda che stanno cercando un paio di giovanotti per un giornale di piccola diffusione e tiratura, presentati in via Mario Ruta. Fino allora avevo scritto sul giornale del liceo, recensivo film assurdi, quelli con diciotto spettatori in platea, come sport vedevo il basket, il calcio, ovviamente il Napoli, e basta. Ero un falso magro, all’oratorio giocavo da libero e tiravo più calci agli avversari che al pallone. Per cui mi vedevo a stendere un articolo, non tanto a calciare un rigore”.
Esperto
Di poco e di niente. Meglio definirsi praticante, che so?, di immersioni subacquee oppure appassionato di qualcosa. Ecco, forse del nuoto. Anzi certamente. Per il resto leggo molto e ascolto poco. È molto grave?