Se il campionato di serie A s’è ridotto ad accettare qualsiasi tipo di partita, allora mettiamo in conto che pure il Covid fa parte del gioco. Vabbè, ma che gioco è questo che vede due squadre già agli antipodi, nella loro normalità, per qualità e possanze d’organico? E che adesso la pandemia ha ridotto, addirittura, la Salernitana a una sottospecie di sparring partner, genere uno dei tanti allenamenti, dette partitelle, della settimana. Il Napoli ha vinto in pantofole e ha annientato una Salernitana da corsia d’ospedale che ha tentato, commoventemente, di evitare lo schianto a un metro dal muro, giusto il tempo dell’1-1.
Insomma, “the show must go on”, però qui di spettacolare non c’è nulla, se non la grandiosa strafottenza di chi ha in mano questo calcio, dove le differenze abnormi aumentano la voragine del disinteresse nei confronti di questo sport. Preoccupante.
Bah, meglio cercare di cogliere qualche spunto per il prossimo cammino del Napoii. Terza vittoria di fila. Non c’era traccia da ottobre. Cosa significa? Prima di tutto che il Napoli si è preso gli stessi distacchi dai suoi avversari di classifica e ciò lo rende squadra più regolare di prima. In un campionato con i gradini sfalsati e spinto da continue accelerazioni mediatiche, questo dato calmo ha un grande valore. Spiega che il Napoli ritrova una continuità perduta e che ha diritto di puntare a qualche altro posto che gli sia davanti. È un fatto che è stato appena statistico per cinque mesi, ora è diventato reale. Non conta l’avversario battuto oggi, conta la pur breve serie di gare in cui ha fatto meglio delle altre. Non era per niente detto che succedesse.
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