Tutti nel pallone, zerbini compresi...

Stavolta si è andato oltre il film già visto e non si può dire che la promessa non sia stata mantenuta. Il finale del calcio mercato è stato senza dubbio sorprendente. Quella di Soriano è stata una telenovela grottesca degna del cult “L'allenatore nel pallone”. L'unica differenza è che nel pallone ci sono finiti tutti, dai tifosi agli addetti ai lavori. Che il mestiere del “Bigon”, coniato senza volerlo dal sodalizio partenopeo, fosse un lavoro difficile era ben chiaro anche se tanti giornalai fingevano di non capire per scagionare volontariamente la società dalla responsabilità del conio. Trattare senza potere tra clausole e muri invalicabili è mestiere che richiede una competenza e una abilità nel mediare fuori dal comune. Se questo duro e atipico lavoro viene affidato ad un dirigente proveniente da categorie minori, è naturale aspettarsi degli errori. Il “povero” Giuntoli era abituato a tutt'altro in quel di Carpi e ci si chiede, e non ce ne voglia il dirigente che, magari, avrà tantissime qualità imprigionate dal ruolo, perché lui? Perché un mestiere tutto napoletano come il Bigon viene affidato ad un dirigente privo di esperienza nel mercato di A? Lo scopriremo solo vivendo... mentre il suo predecessore se la ride (magari ndr.) con i giornalai che ingiustamente lo massacravano. Poveri zerbini che non hanno ancora capito che si stanno vendendo per nulla. I loro tesserini pestati dalle sviolinate inutili, che porteranno a nulla. Parlano ancora di Benitez perché non vogliono puntare il dito sul nodo principale, sul vero problema che ha prima frenato la crescita del Napoli per farlo pian piano regredire: il mestiere del Bigon. A Napoli manca il ruolo tradizionale del direttore sportivo, volontariamente modificato dalla società. Nella vita ognuno deve fare il suo, ad ognuno il proprio mestiere o ciò che meglio gli riesce. In questo mercato spesi altri trenta milioni senza andare a rinforzare il reparto che aveva manifestato le maggiori carenze: la difesa. Gli zerbini dicevano che era colpa di Benitez che non allenava il reparto. Come si possa pensare che un professionista a certi livelli rinunci ad allenare una delle due fasi del gioco è davvero difficile... I fatti, purtroppo per loro, li stanno già smentendo. Non sono bastati cinquanta giorni di lavoro “maniacale” a Sarri per cancellare le brutte prestazioni difensive dello scorso anno. Quattro gol subiti da Sassuolo e Samp, e che gol... I poveri zerbini dicono che serve tempo, ma quale tempo potrà trovare Sarri quando si comincerà a giocare ogni tre giorni e fino a dicembre?  

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