Stop all'ipocrisia: Sarri non è omofobo e Mancini non è gay

"Il blog di Tony è tuo". A tal proposito pubblichiamo l'opinione in merito alla lite Sarri-Mancini del lettore Mauro Di Donna. Dichiarando di non essere gay e giudicando l'appellativo "frocio" a lui rivolto come offensivo della sua persona, paradossalmente Mancini diventa il l'unico vero razzista in questa grottesca vicenda, tenendo conto che lo sboccato Sarri, come del resta fa il 98% degli italiani, ha utilizzato tale aggettivo per rappresentare una persona poco ferma, piagnucolosa, facilmente spaventabile e riconducibile in maniera stereotipata al gentil sesso (definizione naturalmente anacronistica e quasi mai veritiera), in quanto caratterizzata da spiccata sensibilità, evidente insicurezza, mancanza di determinazione, poca onestà intellettuale e assenza di obiettività nella valutazione di determinati episodi. Qualora Mancini fosse stato gay, si sarebbe ribaltato tutto. Ma Sarri avrebbe dovuto utilizzare il termine "gay", o "omosessuale" per configurare un'offesa razziale. Che cosa significa?

Significa che nel mondo reale/linguaggio verbale, e non nel mondo mediale/linguaggio scritto, i termini "frocio" e "finocchio" non definiscono un genere (come ad esempio fanno i termini "gay" o "omosessuale"), non riconducono alla preferenza sessuale di un individuo e, soprattutto, non sono volti ad offendere il genere degli omosessuali. Nel linguaggio consuetudinario, e soprattutto in ambito sportivo, i termini "frocio" e "finocchio" sono gravi offese dirette, sicuramente da punire (per chi non conosce il calcio), che vengono utilizzate da un individuo quando vuol definire il proprio interlocutore un debole, un perdente, un piagnucolone. (cfr "checca isterica", utilizzato quotidianamente da tutti e senza gridare a scandali razziali quando si vuol definire una persona nevrotica, imprevedibile e dal cambio d'umore facile)

Se qualcuno mi dice "finocchio" o "frocio" ci rimango male perché quella persona ha voluto rappresentarmi come un debole, non come un omosessuale. Infatti nessuno si sognerebbe mai di utilizzare il termine "omosessuale" per offendere qualcuno. Al tal proposito, si utilizzano termini come "finocchio" e "frocio" quando si vuol si ribadire l'eterosessualità del proprio interlocutore, ma portando in primo piano alcune peculiarità del suo carattere che potrebbero essere facilmente riconducibili allo stereotipo del carattere femminile (per evitare comodi ed ulteriori fraintendimenti, ribadisco che siamo nel mondo degli stereotipi linguistici e non in quello delle mie convinzioni personali, dato che ad esempio Marcella, la mia ragazza, ha più palle di me e Sarri messi insieme. E con questa cosa che ho scritto evito anche di abbuscare stasera).

Mi rendo conto che è veramente molto difficile da spiegare e da capire. E mi dispiace molto che qualcuno penserà che voglio difendere Sarri perché allena la mia squadra del cuore. E mi dispiace ancor di più che ci va di mezzo una città - Napoli - che tra i mille difetti e problemi che ha, non ha mai avuto, nei secoli e nei secoli, nessun tipo di problema con gli omosessuali: era ed è una delle città più tolleranti sull'argomento della storia dell'umanità. E di questo, scusate, ma ne vado fiero.

Il punto è che chi vorrà capire, potrà essere d'accordo o meno, ma capirà. Ma chi avrà interesse a non capire, ahinoi, avrà tutte le attenuanti per sguazzare nella vicenda e sparare a zero sul Sig. Sarri (allenatore di Napoli e del Napoli. Si, del Napoli primo in classifica).E se a giudicare la vicenda dovrà essere un certo Tosel, mi vien da ridere.

In conclusione, prima di salutarvi con un social "Che pena (scritto in maiuscolo con punto esclamativo finale)", credo che Sarri debba essere squalificato per frasi ingiuriose rivolte all'avversario, come previsto dal regolamento. Ma per favore, ed è quello che alla fine mi interessa davvero, lasciate stare il razzismo: quello, chi più e chi meno, ce l'avete in casa vostra. Ipocriti!

Anzi, è proprio il caso di dire, FINOCCHI!

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