Serie A, top e flop

A metà campionato già si possono emettere le prime sentenze che alcuni tifosi sperano verranno confermate, altri smentite. Non si può non mettere tra i flop il Parma, sconfitto anche nel cruciale match contro il Cesena, è sempre più profondo rosso per gli emiliani specialmente dopo la rescissione del contratto di Cassano e degli stipendi che non vengono pagati anche da anni ad alcuni dipendenti. Proseguendo sulla scia negativa incappiamo nelle due milanesi che in due farebbero appena 3 punti in più della capolista Juventus. Inzaghi sta perdendo il controllo del giocattolo (se mai lo avesse avuto), il presidenzialismo berlusconiano alla fine colpisce tutti e la squadra che si trova in mano non è altro che frutto di una sopravvalutazione dirigenziale. Ad Appiano Gentile non sono messi meglio, Mancini ha una media punti più bassa di quella di Mazzarri (anche se ha affrontato squadre di calibro superiore) ma Thohir smentisce un esonero a breve e pertanto le acque sembrano calme. Inseriamo tra i flop anche la Roma di Garcia e non per risultati conseguiti ma per le pesanti dichiarazioni fatte ad inizio campionato. Quel "Tanto lo scudetto lo vinciamo noi" non se lo dimenticano facilmente da quelle parti, e adesso a -7 dalla vetta il discorso regge un po' meno. Top: Empoli bella storia, se avesse un attaccante più prolifico potrebbe già aver quasi risolto la pratica salvezza ma attualmente resta imbrigliato nella lotta per non retrocedere: per qualità di gioco è tra le primissime. Sassuolo, la favola continua. Una società solida e praticamente tutta made in Italy, dal presidente ai giocatori, sta facendo sognare i tifosi. Scelte oculate e un'ottima copertura finanziaria assicureranno la permanenza in A (con i dovuti scongiuri per i tifosi). Genova brilla in Europa, sia la sponda rossoblu che quella blucerchiata sono in piena corsa per un posto in Europa League. Mihajlovic ha costruito praticamente una macchina perfetta con un modulo offensivo poco italiano, interpreti come Eder e compagni, poi, fanno la differenza. Niente innovazioni in casa Gasperini, la sfrontatezza e l'agonismo del Genoa sono sempre quelli sin dai tempi di Milanetto e la storia non è cambiata di una virgola. Ci avviciniamo pericolosamente alla vetta ed ecco che troviamo la Lazio di Pioli, figlia di una tattica che ha trovato nei suoi interpreti migliori la sua forza. Centrocampo solido e di inserimento fanno proprio al caso del tecnico ex Bologna, in più c'è uno scherzo della natura come Felipe Anderson ed ecco che la lotta all'Europa che conta diventa possibile. In un campionato dai mille colori, però, a trionfare sono sempre il bianco e il nero. Juve campione d'inverno e quella di Allegri sembra una squadra cresciuta anche in consapevolezza. La superiotità dei mezzi tecnici è indiscutibile, non a caso gli ultimi tre scudetti sono approdati in casa Agnelli, quest'anno sembrava che la storia fosse diversa ma il divario con le altre pare non sia stato ancora colmato.
[Leonardo Vivard]
Twitter: @LeonardoVivard

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