Ritornare alla vera natura

Probabilmente già contro il Real Madrid, un piccolo sentore già si percepiva e contro l'Atalanta è arrivata la certezza di dover abbandonare qualcosa. E' vero che le colpe per la sconfitta contro i bergamaschi sono varie: fatica, impregni ravvicinati e pressioni. I primi due sono riconducibili alle partite giocate nell'ultimo periodo, il terzo alle dichiarazioni di De Laurentiis dopo la sfida di Madrid che ha posto a Sarri, non a parole dirette ma chiarissime, l'utilizzo degli acquisti arrivati questa estate insieme a Pavoletti che sta passando da giocatore in fase di adattamento a oggetto misterioso come Marko Rog, quest'ultimo ormai quasi invisibile agli occhi di tutti. Si è chiesto l'utilizzo di Maksimovic e così è stato fatto, ma contro Chievo e Atalanta ha dimostrato ancora una volta di non essersi adattato al gioco di Sarri e si essere sovrastimato da molti punti di vista, togliendo ingiustificatamente il posto ad un Chiriches che sostituiva alla perfazione i due centrali di difesa. Andando oltre alle solite tematiche, della quali speriamo di trovare la giusta soluzione, contro l'Atalanta è probabilmente arrivata la conferma, come si diceva qualche rigo indietro, della fine di un corso iniziato con l'infortunio di Milik e finito con il ritorno della punta polacca, cioè del tridente dei piccoli. Attenzione, questo non significa dover abbandonare definitivamente un esperimento unico in Italia, considerato eretico da quasi tutta la stampa sportiva del nostro paese e perfettamente riuscito grazie alla competenza firmata Maurizio Sarri, ma di utilizzarlo spesso a gara in corso per avere un'altra (soluzione tattica per poter risolvere le partite, anche se poi la questione si indirizzerebbe in argomento creatosi con l'era Benitez: meglio Insigne oppure Mertens? Meglio un approccio più tecnico o uno più veloce e rapido?. Mettere da parte il tridente piccolo significherebbe ritornare alle origini che comunque non erano assolutamente brutte con Milik e il suo exploit, anzi forse potrebbe essere la soluzione adatta per questo momento traballante del Napoli e garantire nuova linfa, energie e soprattutto motivazioni, visto che il polacco non vede l'ora di ritornare in campo da titolare e potrebbe essere d'aiuto anche allo stesso Pavoletti entrare al posto di una vera punta per continuare il lavoro svolto nel corso della partita, senza dover stravolgere a forza di cose la tattica dei piccoletti che è particolarmente difficile da portare avanti  con una punta d'attacco pura. Il prossimo impegno è contro la Juventus e uscire con un risultato positivo è quasi d'obbligo per la squadra azzurra, più di quello contro il Real Madrid e dei prossimi impegni in campionato, anche perché in due partite ci si gioca la finale di Coppa Italia che comunque rimane un torneo di valore e un trampolino di lancio per un Napoli targato Sarri alla ricerca di titoli. E' giusto sperimentare, trovare nuove soluzioni, rivoluzionare in positivo le proprie squadre come il tridente piccolo con il falso nueve, ed essere i primi a farlo con successo in Italia, oppure proporre cose alternative, però non si deve mai dimenticare quale è la nostra vera natura, non dimenticarla e non abbandonarla perché quella del Napoli ha una prima punta a mettere la maggior parte dei palloni in fondo alla rete.

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