Quanto vale questa squadra

Il Napoli, purtroppo, si sta spegnendo tra tonfi e psicodrammi. Spalletti non farà meglio di Gattuso. Se tutto riprenderà ad andargli bene, al massimo conquisterà gli stessi punti del suo meno scafato  predecessore. Prima riflessione: la squadra, nella sua interezza, non ha grande competitività, se non quella di assieparsi, spesso in maniera indolente, nei primi quattro/cinque posti della classifica.

L’allenatore che, sino a poco tempo fa, invitava i suoi giocatori all’epopea scudetto, continua, in questo amaro finale, a destreggiarsi fra inciampi e mediocrità, finendo persino a minimizzare («abbiamo avuto una disattenzione fatale») il suicidio tattico e morale di Empoli.  Un crollo ignominioso che s’è tradotto in una sconfitta da rimonta avversaria, contro - incredibile, ma vero - una squadra che non vinceva da quattro lunghissimi mesi. 

Ed è a Empoli che le ultime illusioni si sono frantumate, smantellate dai giovanotti in maglia azzurra con un’ostinazione al peggio che non ha spiegazioni: ha solo continuità. L’unica continuità che il Napoli da più settimane pare che abbia. Il risultato di Empoli (2-3) è lo scoglio su cui si sono incagliate le residue speranze di un rilancio, perché non può ambire allo scudetto una formazione che in casa sua vince una sola partita delle ultime cinque, che si spaventa della determinazione  dell’Empoli e non riesce nemmeno a navigare la corrente favorevole nella quale Mertens e Insigne avevano fatto galleggiare questo Napoli, troppo prossimo al naufragio.  A proposito, il 24 ed il 14 ce li piangeremo a lungo, sono e saranno per molto gli unici che generavano sogni. Perché ora che il campionato di chi aveva gonfiato troppo il petto si sta esaurendo, i timori vengono dal futuro prossimo venturo. Senza nemmeno più la qualità di Mertens e Insigne, toccherà a  Spalletti, o a chi per lui, un lavoro da perderci la testa: costruire una mentalità e compensare con un gioco efficace le lacune tecniche di una rosa che più passa il tempo, sempre meno lo è. Magari strappando a chi, nel pianeta Napoli, conserva ancora l’amore, l’orgoglio e la dignità: i tifosi.

 

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