Speriamo che questo secondo capitombolo (in campionato) sia l’ultimo delle «sviste napoletane». Eppure tra i ragazzi di Garcia le ultime partite suscitavano di nuovo emozione. Certo, non erano impegnative e rischiose. Quello di Sassuolo e Lecce è stato un buon Napoli, tuttavia non destinato a restare impresso nella memoria. Adesso, dopo questo Napoli-Fiorentina 1-3, il futuro diventa incerto.
Brutta partita, invece, stasera di una squadra dal passo sofferto, sempre incerta, fisicamente stanca. Il paradigma della serata è a centrocampo, Garcia le ha provate tutte sino a lasciarlo nei piedi di Gaetano e Cajuste.
Insomma, la Fiorentina ha indirizzato la partita dove e come voleva, il Napoli l’ha rincorsa, inutilmente. Era in apnea, ha faticato a trovare misure e posizioni, con gestione dei cambi confusa. Il passo indietro è evidente, fischi meritati per quest’altra caduta. La sensazione è che la lunga marcia verso l'alta classifica, quella diretta anche alla prossima Champions, sia iniziata. Dei marciatori previsti e favoriti mancano clamorosamente Osimhen e compagnia. Squadra e allenatore, che sono in ritardo di ben sette punti dal primo posto, da adesso in poi dovranno scegliere il proprio destino. C’è, però, da confidare e sperare nella forza di chi, come il Napoli, ha già attraversato una crisi, e in qualche modo pareva averla risolta.
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