Pure stavolta... quella finta all’improvviso

Se ne è andato come avrebbe fatto sul campo di calcio. Una finta, all’improvviso. Ed è volato via, non come una persona normale, ma come uno fuori dal comune. Come quel pallone dalla traiettoria irreale che si fermò alle spalle di Tacconi. Pazzesco gol da un calcio di punizione, pazzo come la sua vita, con e contro la quale ha sempre faticato troppo e male. Scrive Falcao: "Diego col pallone era un dio, senza era solo un uomo". Settimane fa la sua ennesima disgrazia, abbattutasi su un fisico sempre più abbandonato a se stesso. E quando tutto sembrava placato e pareva che lui si fosse stabilizzato e stesse bene. Zac! Ha dribblato la sua vita e cambiato i nostri giorni, così come cambiava lesto le partite. Fulmineo, geniale nel suo improvviso talento. Insomma, pure oggi ci hai fatto fessi, ci hai seminato. Così come facevi fessi i difensori di mezzo mondo. Ci sono troppe cose in comune. Abbiamo pianto di gioia quando vincemmo il primo scudetto. E oggi quel pianto si scioglie nella mestizia e nel dolore. Non piangere per noi Argentina, piangiamo insieme per Diego Armando Maradona. Lui che ha portato la sua Argentina, che era alla fine dal mondo, al centro del mondo. Ciao Diego, Dio ti ha regalato il segreto della genialità e ora è giusto che insieme l’avete riportato lassù, in quell’angolo di Paradiso. Si chiamava così anche il centro sportivo del Napoli di un tempo, dove ti ho conosciuto e tu, a noi di quella generazione di ragazzi adulti, da lì ci hai portato a conoscere il mondo. Argentina-Napoli, la rotta del nostro cuore dipinto di azzurro e bianco, come le nostre bandiere. Per sempre con te, Diego.

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