Antica reminiscenza scolastica: o Roma o morte…
Non c è dubbio che all’Olimpico il Napoli si gioca un campionato che le ha assegnato la piccola palma di squadra capace di esibire il più bel calcio italiano delle ultime due stagioni – compresa quella in corso , ma altrettanto capace di ripetersi dannatamente in errori quasi cronici. Contro il sistema arbitrale niente può, niente ha mai potuto.
Si può affidare soltanto a un miracolo la possibilità di chiudere i conti con la Juve in Coppa Italia nella partita di ritorno. E si può ritenere superfluo e stantio addirittura un discorso sulla direzione di Valeri. Altri e di ben più solida caratura del biondo direttore di gara romano alla Juve hanno concesso anche di più ed è quanto dire.
Al Napoli non viene portato il rispetto dovuto a una società in regola con i conti, a una squadra da sei anni in Europa, a giocatori corretti sostenuti da un pubblico folto e generoso. Bonucci può tutto, oltre a giocar bene, lui sì che può tranquillamente alitare in faccia al signor arbitro reagendo anche una rimessa laterale assegnata al contrario. Figuratevi il resto.
Dell’andata con la Juve gli onesti potranno parlare a lungo arrivando a mettere ancora una volta in discussione la scelta di De. La. quando si trattò di eleggere Tavecchio alla presidenza della Figc e il nostro accettò il braccio di Lotito e non quello di Marotta.
Ma è acqua passata, meglio non danneggiare il fegato e passare al campo, all’Olimpico, dove entrerà per affrontare una Roma in splendida forma un Napoli ancora vivo. Gli azzurri sono attesi dai giallorossi che non vedono l’ora di chiudere i conti per il secondo posto e, oltre al vantaggio in classifica, possono vantare il passo delle grandi, da tutti i punti di vista, letteralmente trascinati da un Naingollan semplicemente al top.
Per azzardare una minima previsione di massima Sarri pensa a come fermare Dzeko in modo da trovare nella rosa azzurra il proprio uomo giusto, per tenere il centrocampo e la difesa pronti ad aiutarsi sistematicamente sulle incursioni del gigante romanista e non farlo arrivare in zona-tiro.
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