Il calcio, si sa, è spesso ingiusto. Nel Napoli, per quanto riguarda quelle partite finite male, lo è stato particolarmente nei confronti dell’allenatore. C’è, infatti, fra tifo e critica, tra estremisti e moderati una evidente asimmetria. I primi, gli estremisti, quando c’è un qualcosa che gira male, urlano e strepitano contro tutto e tutti: con tecnico e anche il presidente in prima linea. E lo fanno qualunque cosa essi facciano.
E menomale che come in un domino, i dissapori accumulati non finiscono e non finiranno per scaricarsi sulla reale entità di questo Napoli, di cui stiamo vedendo proprio adesso ridisegnare i contorni. Dopo i match con Udinese e Lecce, ma più con quest’ultimo, si è capito che il lavoro del gruppo (Garcia in testa) andava verificato, collaudato sulla media distanza. Insomma: osserva, sperimenta e impara. Nessun cataclisma era nell’aria o era arrivato pur contando sconfitta e pareggi.
Lo dimostra bene la partita di Lecce. Squadra corta, s’è mossa con i tempi giusti, ben raggruppata sulla trequarti, poche volte ha perso l’ attenzione. Insomma miglioramenti. E il Real Madrid sarà un banco di prova enorme visto che in campionato la classifica è stata in parte recuperata.
Sul caso Osimhen culminato con un bizzarro - no, meglio ridicolo - intrigo internazionale meglio non dilungarsi. Parafrasando un antico saggio si potrebbe chiosare con: la questione è grave, ma non è seria.
- Accedi o registrati per inserire commenti.