Napoli: i segnali lanciati dalla sconfitta in amichevole con il Girona

La sconfitta in amichevole con il Girona vuol dire tutto e non vuol dire niente, perché si tratta pur sempre di calcio estivo, condizionato da tutta la fatica che comportano carichi di lavoro molto pesanti, ma qualche segnale chiaro lo ha dato.

 

La necessità impellente di una prima punta alla Osimhen o, come dovrebbe essere, alla Lukaku, che ti permetta di lanciare lungo nei momenti critici in cui la squadra avversaria alza il pressing. Allo stesso tempo, sono convinto che si possa e si debba anche lavorare con l’impostazione dal basso, per fare la quale serve un portiere più adatto e, soprattutto, meno pauroso: per questo, la soluzione è a portata di mano e si chiama Elia Caprile.

 

Buongiorno è completamente sprecato come braccetto di sinistra nella difesa a tre, e per attitudine, e per bravura con i piedi, e per solidità difensiva.

 

L’assenza di un esterno destro che possa fare il titolare, a maggior ragione se Di Lorenzo continuerà a giocare come braccetto. Pasquale Mazzocchi rientra in quella categoria di calciatori meritevoli di tutta la stima possibile, perché nonostante i limiti prova sempre a gettare il cuore oltre l’ostacolo, ma onestamente non può essere il titolare del Napoli.

 

Kvara deve perdere il brutto vizio di allargarsi troppo sulla fascia e cominciare ad avvicinarsi quanto più possibile alla porta, perché da li può fare veramente male. 

 

Infine, serve un centrocampista forte, uno che possa mettere a rischio il posto da titolare di Anguissa o affiancarlo - insieme con Lobotka - in un ipotetico centrocampo a tre.

 

Sistemate queste cose, secondo me, il Napoli potrà dirsi seriamente competitivo.

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