Napoli a geometria variabile

Tutto sembrava perso per il Napoli — il gioco e, soprattutto, il risultato a Udine (0-1) — fuorché la qualità di una squadra ambiziosa e pratica: «La partita era nostra e i ragazzi sono andati a riprenderla, con grande prestazione; ed è la cosa positiva della gara», dice alla fine Antonio Conte, uscito fuori dalla sua settimana-tunnel, forse la più difficile.

Un tempo marcato dal vantaggio dell’Udinese. Ma, soprattutto, da un impressionante possesso palla del Napoli che la dirà lunga.

Si arriva così al dopo pausa con la bilancia della sfida lievemente più in equilibrio, tuttavia con la sensazione che la squadra di Conte sappia meravigliosamente cosa fare. Scompare quella vaga quanto diffusa aria da chi è più attendista che agonista, come se non credesse fino in fondo alle tavole della Legge. Insomma, il Napoli torna fare il Napoli: approfitta, con un’azione che pare un Red carpet . Ed ecco che il “vituperato” Lukaku, innescato da McTominay, va via di potenza e tecnica. E la partita si raddrizza. 

Già, ma cos’era quella crisi. La Conte band ha subito ripreso in mano il proprio campionato e cancellato un vero momento di difficoltà, spedendo a domicilio un 3-1 che sa di rimonta, di reazione d’orgoglio e di un po’ di novità. In primis Neres. E poi quel gioco retrattile di un Napoli che si abbassa e riparte. Insomma, tutto quanto fa calcio. 

E questo e altro possono diventare numeri per geometrie sempre più variabili.

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