Esattamente come accaduto nel corso della passata stagione, al Diego Armando Maradona, nel giorno della presentazione della nuova maglia, il Napoli di Antonio Conte perde 0-3 contro l’Atalanta di Gian Piero Gasperini. Una sconfitta amara che riaccende la lotta Scudetto, con i partenopei che adesso possono vantare un solo punto di vantaggio sull’Inter secondo e tre sui bergamaschi terzi.
La grande differenza rispetto alla trasferta di Milano risiede per la maggior parte nei dati relativi alle conclusioni tentate: gli uomini di Conte arrivano più volte al tiro (13 invece di 9), centrando la porta in 3 occasioni – una in meno rispetto alla partita precedente –, ma senza mai trovare la via del gol. Di contro, l’Atalanta, che arriva alla conclusione più o meno le stesse volte del Napoli (12), centrando la porta difesa da Meret esattamente in 3 circostanze, riesce a segnare altrettante volte. Se il cinismo era stata l’arma decisiva della vittoria in quel di San Siro, questa volta si è rivoltata contro i partenopei.
L’altro dato da cerchiare è quello relativo alla posizione del baricentro. Se a Milano, dove era importante difendersi ed evitare di prendere gol, il baricentro azzurro era posizionato mediamente a 44.59 metri dalla porta, per la sfida all’Atalanta, Conte ha optato per un atteggiamento più aggressivo e un baricentro più alto (53.56 metri), che però non ha pagato. Il Napoli ha sofferto maledettamente le ripartenze di Lookman e compagnia, che hanno portato scompiglio nella difesa azzurra.
Una lezione severa, anche troppo, di cui fare tesoro in vista del complicato scontro al vertice con l’Inter di Simone Inzaghi.
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