Si' alla Var ma anche a una fase finale dei Mondiali a 40 o 48 squadre. Jose' Mourinho sposa in pieno le novita' che il presidente della Fifa, Gianni Infantino, sta cercando di portare avanti. "Sono favorevole all'aumento di nazionali al Mondiale - dice a Fifa.com - Come allenatore di club dovrei dire no, perche' significherebbe piu' partite e meno vacanze e meno preparazione estiva per i giocatori ma in realta' quest'allargamento non significherebbe piu' partite.
Preferirei gruppi da tre, si giocano due gare e poi fase a eliminazione diretta e chi perde va a casa. Nazionali con meno potenziale ed esperienza probabilmente giocherebbero solo due partite ma crescerebbero, avrebbero maggiori introiti da investire nelle infrastrutture e il Mondiale diventerebbe qualcosa di piu' di un incredibile evento sociale". Per quanto riguarda la Var, "ne abbiamo bisogno. Nel calcio professionistico non si puo' vincere o perdere delle partite o dei titoli perche' si rifiuta questa evoluzione. Sponsor, proprietari e investitori lo sanno e anche gli arbitri hanno bisogno e meritano di essere tutelati, hanno bisogno di una tecnologia che li aiuti, li protegga e li sostenga". Mourinho torna anche sul premio di miglior allenatore dell'anno ricevuto nel 2010. "Ma per me quello non e' stato l'anno del premio Fifa, e' stato l'anno del mio triplete con l'Inter. Non e' stata la stagione di Mourinho ma l'anno dell'Inter e degli interisti". (ITALPRESS)."Il mio undici ideale? Mi sono sempre rifiutato di rispondere e continuero' a farlo. Tanti giocatori hanno dato l'anima e il cuore quando hanno giocato per me per cui come potrei citare alcuni e dimenticare altri? Vitor Baia, Petr Cech, Julio Cesar... Come potrei sceglierne solo uno? E ancora Jorge Costa, Ricardo Carvalho, Marco Materazzi, Lucio, Walter Samuel, John Terry... Michael Essien, Wesley Sneijder, Nemanja Matic, Costinha, Maniche, Xabi Alonso, Frank Lampard... Non dimentichero' mai quelli che sono stati i miei fratelli d'armi".
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