Leonardo Vivard ha intervistato in esclusiva per toniiavarone.it Marco Bellinazzo del Sole 24 Ore. L'esperto di economia, nonchè tifoso del Napoli, ci ha reso un quadro completo della situazione economico-finanziaria della SSC Napoli.
Che Napoli si ritrova tra le mani il presidente De Laurentiis sotto l'aspetto economico?
Il bilancio verrà approvato nelle prossime settimane, per cui parlare di cifre esatte in questo momento potrebbe indurci in errore. E' chiaro che ci troviamo in una situazione in cui la società aveva accumulato circa 70 milioni tra utili e riserve dopo otto anni di bilanci chiusi in attivo. Dopo, però, il danno della doppia mancata qualificazione alla Champions, con il Bilbao prima, e con la Lazio poi, ha decisamente ridimensionato il progetto. Nelle casse del Napoli non sono entrati almeno 80 milioni sicuri, da qui la necessità di rivedere il progetto anche dal punto di vista tecnico con l'ingaggio di Sarri e alcuni giocatori giudicati importanti ma non di primissima fascia.
ADL ha da poco dichiarato che la società chiuderà il bilancio in perdita di 20 milioni per questo esercizio. Le risulta? E soprattutto, questa perdita sarà saldata da riserve accumulate negli esercizi precedenti?
Su questo non c'è alcun dubbio. Al di la dell'ammontare, che io non posso smentire, perchè sicuramente il presidente avrà fatto i suoi conti, c'è da dire che sarà importante valutare il bilancio per analizzare il trend di crescita dei costi del lavoro, del monte ingaggi e degli ammortamenti. Bisogna sottolineare che il Napoli persegue una politica di ammortamenti molto particolare. Si dovrà poi capire se dal bilancio risulteranno dei miglioramenti sui ricavi. Un problema che la società si porta dietro da un po' è quello relativo proprio alla crescita dei ricavi che sono costituiti quasi esclusivamente dai diritti tv. Questa può essere considerata una pecca della gestione De Laurentiis. Mi riferisco allo stadio, con tutto ciò che comporta, mi riferisco al settore commerciale e agli investimenti infrastrutturali a partire dal centro sportivo che resta uno degli elementi essenziali per poter creare un vivaio che possa sia rappresentare un bacino da cui ripescare giocatori a bassi ingaggi, sia una fonte di giocatori da poter piazzare sul mercato con plusvalenze importanti.
Quanto potrebbe influire sui conti della società il nuovo stadio?
Sono stati fatti dei calcoli partendo dalle stime del CONI, l'incremento minimo derivante dalla costruzione di un nuovo stadio si aggira intorno ai 10/15 milioni annui. Tenendo conto, però, degli interventi e servizi da apportare che ormai sono essenziali per uno stadio moderno di livello europeo. Uno stadio come il San Paolo, attualmente, è ancora lontano da quei modelli.
Il Fair Play Finanziario vale per tutti o solo per alcuni?
Esiste per tutti i club. Il Napoli ha, sin dall'inizio, intrapreso una strada di autosufficienza economica. Detto questo, ci sono delle situazioni limite con delle società che tentano di aggirarlo utilizzando tutte le scappatoie giuridico-finanziarie che ci sono. Mi riferisco a club di livello europeo come PSG e Manchester City. L'anno scorso hanno subìto sanzioni da parte della Uefa Quest'anno, grazie ad alcuni parametri fissati, hanno potuto spendere come ai vecchi tempi. Ecco perchè il City ha speso circa 200 milioni. E' sicuramente un sistema ancora fragile, ci sono regole che si prestano ad interpretazioni e dunque a forzature da parte di alcuni club. Per quanto la Uefa abbia cercato di limitare gli impatti dei ricavi che arrivano a PSG e City da contratti con parti correlate (società che fanno parte della galassia dei due proprietari), comunque rappresentano una quota eccessivamente rilevante. Da questo scaturisce un rapporto tra costi e ricavi abbastanza sotto controllo che sfugge ai richiami e alle sanzioni della Uefa. Questo non accade solo all'estero però. Anche in Italia Inter e Roma hanno fatto delle campagne acquisti che sarebbero dovute essere a pareggio, visti i criteri stabiliti anche dalla Uefa. Le operazioni sul mercato sostenute dalle due società risulterebbero formalmente in linea con le regole stabilite, ma hanno utilizzato delle formule, come i prestiti con riscatti, per cui il peso finanziario di queste operazioni verrà sostenuto tra uno o due anni. L'obiettivo è quello di investire per poi raggiungere degli obiettivi che ti permettano di rientrare con le spese sostenute e quindi evitare sanzioni. Ma anche questo è un principio un po' lontano da quello del Fair Play Finanziario.
Perchè De Laurentiis tiene così tanto a questi diritti d'immagine? Costituiscono davvero una fonte economica così importante per la società?
Il principio non è sbagliato. Una società come il Napoli deve sfruttare tutte le possibili entrate, anche i diritti d'immagine. Quando compri questi diritti, però, devi garantire un ingaggio superiore ai calciatori. Bisogna capire se il gioco vale la candela. Cioè se il ritorno commerciale di questo sfruttamento dei diritti d'immagine è tale da ricoprire i costi. Il bilancio del 2014 vedeva una voce di soli 2 milioni associata ai ricavi per diritti d'immagine. Troppo poco. Vedremo nel prossimo bilancio del 2015 se ci sarà un incremento da questo punto di vista.
Da tifoso, come giudica questo Napoli e l'operato di De Laurentiis?
Tenendo conto delle possibilità economiche, il progetto Sarri è molto interessante perchè parliamo comunque di un allenatore bravo. Le perplessità circa la qualità della rosa in alcuni suoi reparti restano. Staremo a vedere se un tecnico come Sarri sarà bravo ad adattarsi ad un ambiente come Napoli che comporta una serie di pressioni sicuramente maggiori. Con qualche vittoria tutto potrebbe risultare più semplice. Il tifoso del Napoli, soprattutto ora, ha poca pazienza. ADL ha dato altre 5-6 partite di tempo al suo tecnico, speriamo di non perdere poi troppo terreno per quel terzo posto che a questo punto è diventato vitale per il club.
L.V.
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