Se la forza di resistere, la voglia di potercela fare hanno tutte una loro ragione, queste stasera hanno impresso su di loro il marchio del Napoli. Tuttavia la vittoria della Coppa Italia a danno della Juve, nemica da sempre, porta ben altro con se. Si carica della determinazione di Gattuso, della sua tempra, di quanto questo uomo del Sud abbia messo a disposizione della missione Napoli. Si trattava di accompagnare una squadra, un ambiente, un club fuori del tunnel. Già, ma come? Resistere e lavorare, toccare il precipizio della classifica e metabolizzare le sconfitte per poi risalire la corrente con la ragione e il lavoro. Calcio semplice, pratico, senza fronzoli, poche amnesie: un Napoli che ha incarnato alla perfezione lo spirito del suo allenatore Gattuso. Sacrificio e lotta, meno spettacolo, ma tanta concretezza. Una squadra capace di soffrire come stasera e colpire al momento giusto. In partita o ai rigori. Purché si vinca e si vinca con onore. È il credo del Napoli, che alza la Coppa al cielo nella notte di Roma, e di Gennaro Gattuso che ha fatto il suo dovere sempre, anche e soprattutto ora che ha la morte nel cuore.
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