Eh già, ora la capolista se ne va davvero.Siamo dalle parti del massimo distacco concepibile. E, allo stato, ipotizzare una rimonta di altri,da gennaio in poi, ce ne vuole.
La più imprevedibile delle stagioni si arricchisce di un nuovo capitolo, con la fuga decisa del Napoli in corrispondenza al progressivo disfacimento delle inseguitrici. Cadute a uno a uno sotto il maglio delle nove-vittorie-nove consecutive della Spalletti band. Quest’anno non c’è storia. C’è una squadra dominante.
Non esce dal nulla la stagione del Napoli, lo dimostra la serata di Bergamo che è arrivata, vissuta e vinta nonostante le trappole disseminate dell’Atalanta.
Perché il Napoli è padrone del campionato, perché il suo segreto non è nemmeno più un segreto. La sua natura di squadra forte fa sì che in ogni partita, anche quelle meglio interpretate dagli avversari, come stasera, riesca a procurarsi le occasioni per chiuderla.
Senza spreco nonostante oggi il destino del Napoli si sia incrociato con l’assenza di Kvaratskhelia E non ha pagato nemmeno un down — mentale prima che fisico — frutto del ko di Liverpool e del periodo assai stressante. La dimensione e la storicità di queste prestazioni dì Osimhen e compagni
fatalmente hanno spezzato l’incantesimo delle grandi della serie A. Ormai relegate in questo turno di scontri diretti che ha prodotto sconquassi solo tra di loro. Mentre i ragazzi di Spalletti continueranno a guardarsi occhi negli occhi. Molto merito dell’allenatore che ha fatto in modo che la maglia del Napoli non risulti più pesante per nessuno: o meglio, in assoluto il concetto ci può stare, ma nel relativo di questa fase storica le cose stanno andando all’inverso.
Spalletti protegge un gruppo per nulla ingrigito da un ricambio che ormai è nelle cose. E lo è pure nei numeri, nei 52 gol segnati e nell’equilibrio che fa del Napoli un gruppo che compete dovunque, in Italia e in Europa. Non è una squadra che dipende da uno o due giocatori. È l’insieme che diventa sempre più decisivo.
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