La matrioska di Spalletti

La matrioska di Spalletti 

 

Cercare ogni volta una spiegazione della potenza del Napoli può sembrare un esercizio vano. Ma non lo è. Il Napoli è come una matrioska: ne scopri una e ti sorprende l’altra.  Allora cosa ci aiuta capire questo Napoli-Empoli 2-0? Beh, mette in chiaro che un allenatore può raggiungere il massimo delle gratificazioni, se utilizzando tutti i propri calciatori risultato e gioco non cambiano. Svelato, dunque,  il Napoli capolista, dal bel gioco, dalle impennate e dalle virate che la corazzata “spallettiana” compie con o senza Kvaratskhelia

oppure con o senza Osimhen e via dicendo. È successo con l’Empoli portato, pur senza Kvara, fuori strada da Lozano e Zielinski, due dei “tutti titolari” seduti in panchina. Ed eccoci alla giornata numero 14 - più d’un terzo di campionato  - che ha assicurato al Napoli la certezza di trascorrere al comando, e in splendido isolamento ,la lunga pausa mondiale. È un primato che significa poco ? Può darsi… Ma se hai un vantaggio e una parte significativa degli ostacoli (scontri diretti) è andata, sei già pronto al domani e con ottime prospettive. Il Napoli ha fatto il vuoto (più otto sul secondo posto). Pure la vittoria non banale sull’Empoli autorizza a vederlo nel futuro prossimo venturo ancora più saldo lassù. 
E qui cascano male i discorsi che si fanno sulla parte 2 della serie A. Si dice: inizierà a gennaio e tutto potrà cambiare, complici alcuni rientri pesanti, da Pogba a Lukaku e a Dybala. Tuttavia chi gioca a immaginare la rimonta delle attardate fa soprattutto esercizio dialettico. Magari il Napoli non vincerà ogni partita che verrà, ma la varietà delle soluzioni e la completezza del software della play station Azzurra lasciano in giro poche illusioni. Tra i motivi della grande bellezza napoletana ci sono diverse abilità: la squadra sviluppa la partenza dal basso grazie alla fredda precisione di Lobotka, aggredisce le fasce con la corsa di Di Lorenzo e Mario Rui, sfrutta forza e velocità di Osimhen per attaccare gli spazi. Semmai a questo Napoli è giusto alzare l’asticella: può e deve guardare in alto.

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