La linea sottile tra contestazione ed umiliazione

Il rapporto tra Aurelio De Laurentiis e la maggior parte dei tifosi del Napoli non è di certo idilliaco. Indubbiamente, nel fomentare questo “odio” hanno influito molte dichiarazioni fuori luogo del presidente del Napoli nel corso degli anni, il quale spesso da la sensazione di voler sfidare i propri tifosi. Ciò peró non giustifica i comportamenti di una (piccola) fetta di tifosi azzurri, i quali spesso e volentieri hanno comportamenti di accanimento totale nei confronti del patron, che dalla contestazione sfociano nella maleducazione. I cori, gli striscioni, gli sfottò, fin qui tutto lecito, perché il tifoso ha il diritto di contestare, ma ciò che è accaduto nella giornata di ieri è un qualcosa di estremamente grave. Se nel primo paragrafo la parola odio è stata posta tra virgolette, è perché si parla di odio sportivo, che è tutt’altra cosa rispetto a quanto assistito ieri. Aurelio De Laurentiis, prima di essere il presidente del Napoli, è un uomo di 73 anni, al quale va comunque portato rispetto e non sono tollerabili insulti di ogni genere che, nei confronti di una persona adulta che può solo tacere dinanzi ad uno spettacolo simile, sono una vera e propria umiliazione. Quanto visto ieri sera a Rione Alto è un qualcosa di raccapricciante, che non fa bene al presidente De Laurentiis, ma soprattutto non fa bene all’immagine del Napoli calcio e di Napoli città.

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