Il passo è giusto

Una ventata di buonismo, ricorrente a dire il vero, soffia sull’anima del Napoli di Gattuso. Solita, quasi scontata, dopo ogni episodio di progresso tattico e di classifica, secondo la regola che a ogni azione ne dovrebbe seguire un’altra di segno opposto. Accadrà lo stesso dopo il buon pareggio con l’Inter? Non proprio, perché ci sarà sempre chi gioca ad alzare la posta, esagerare e pretendere. Dialettica affascinante, ma anche stucchevole tra il male e il bene. Certo, in un calcio in cui la lotta tra i «buoni» e i «cattivi» è pane quotidiano, si rischia di essere un po’ provinciali a pensare che questo puntino del pianeta, la città in cui viviamo e la squadra che seguiamo, sia il centro di tutto. E, infatti, non lo sono perché uno non rappresenta l’altra. Così come questo 1-1, giusto, con l’Inter non rivela nulla di diverso rispetto a quanto Gattuso e i suoi ragazzi stanno facendo in questa stagione. Ovvero stanno facendo bene, considerando le traversie di ogni genere patite. Bene in campionato, a esempio: là dove il Napoli può dirsi soddisfatto dei suoi nove punti in più, rispetto all’anno passato. E da stasera restano due le lunghezze dal quarto posto e dalla Juve, che l’occupa dopo il ko con l’Atalanta. Corsa Champions intrigante e, ovviamente, diventano decisivi gli scontri diretti, ma anche le motivazioni in giro tra chi si aggira tra seconda e quarta posizione .
Partita di totale equilibrio, quindi tutt’altro che straordinaria. Tuttavia era nelle cose, visto come il tatticismo ha prevalso su altri aspetti. Si poteva fare di più? Forse sì, considerando la mole di gioco prodotto nel primo tempo. Già, se - e ce ne è sempre uno nei paraggi del Napoli -, se ci fosse un centravanti di caratura accertata, qualcosa di più importante si potrebbe sempre ottenere. In futuro, ovviamente.

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