Il Napoli non è “costretto a vincere”

Abbiamo problemi nel chiudere una partita o assili da primato? Vittorie necessarie eppure apparentemente impossibili? Promesse scolpite nel marmo e tuttavia irrealizzabili? Diciamocelo: se non ci fossero, bisognerebbe inventarli. Eccoli i teoreti della complessità del calcio che ci spiegano l’ingarbuglio della tattica, sono loro la più formidabile arma di distrazione di massa che il mondo del pallone, d’ogni colore, abbia usato nel Ventunesimo secolo. 

Basta accendere la luce sulla popolarità di questo sport, che è facile per definizione altrimenti sarebbe misconosciuto, e il dibattito si sposterà altrove. Senza scomodare le fole del metodo o le supercazzole del modulo, restiamo ai casi nostrani. Ieri il Napoli ha trovato la stretta via della vittoria con il gol del capitano Di Lorenzo. E giù a definire le sostituzioni di Conte come la manna scesa sul “Maradona”. E allora: cambi decisivi, è diventato un 4-2-4, bene le facilitate (?) e altre stramberie varie. Via al florilegio illusorio,  che è il nuovo (?) vocabolario del pallone. Tuttavia la realtà è ben altra: Kvara e gli altri sono entrati in campo al 72’, il gol un minuto dopo. Possibile che in 60”, un battito d’ali, si cambi il verso d’un match?

Ma adesso clic. Spegniamo le fantasticherie dei teoreti.

Perché contro il pur cocciuto Lecce si sono viste alcune cose d’estrema normalità calcistica.  S’è vista l'altra "faccia" del calendario favorevole, perché l'obbligo di vincere sempre (per restare lassù) si è fatto sentire. Il Napoli ha fatto finora più del suo dovere e potrà affrontare con la mente libera il ciclo di ferro. Le pressioni passano ad altri.

Già, il Napoli merita la vetta, ma giova ricordare che le favorite assolute per la vittoria finale restano Inter, Juve e Milan. L’ aspettativa è tutta su di loro, fallimento totale per due delle tre che non riusciranno a prendersi lo scudetto. I “costretti a vincere” dovranno buttarla tutta da un lato del  Paese, versante Milano e Torino. E il Napoli? Beh, continuerà a dire la sua. Certo, non sarà il più bello di sempre, ma di sicuro è il più avvincente con le sue vittorie spesso in bilico. 

 

 

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