Don Aurelio e la feluca di Diego

I numeri non sono chiacchiere al vento e quelli del Napoli dopo venti giornate lo dicono con netta chiarezza mentre il folletto Mertens continua rendere sempre più consistente il personale bilancio molto provvisorio, così si spera con incrollabile fede.

Intorno al capitano e finalmente leader, alla sua decima stagione partenopea, Marek si avvicina al numero di reti del mitico Attila Sallustro che il suo posto nella storia calcistica di questa nostra città senza memoria, lo ha saldo e si conferma un gioiello di riferimento per chi, in fatto di passioni, non vive soltanto su quelle domenicali.

Se gira Hamisk i suoi compagni non possono sottrarsi all’obbligo contrattuale del massimo impegno che porta la squadra a non soffrire nemmeno di momentanee (e spesso ripetute) dannose amnesie nel giocare come Sarri ha insegnato, e come senza proclami o petulanze, fa durante tuttti gli allenamenti. Con quella intelligente perseveranza che è l’arma in più a sorreggere l’intelligenza del toscano senza caravatta.

Mai dimenticare in proposito che quella di Sarri fu una mossa a sorpresa del presidente coriaceo davanti alle molte diffidenze che lo assalirono in quei giorni dell’avvenuta scelta: da Empoli a Napoli….eccetera eccetera. E i più maligni si passarono la parola nel ricordare che Sarri era stato esonerato a Sorrento in prima divisione, facendo incavolare di brutto i sorrentini che avevano apprezzato come stava costruendo il nuovo gioco della squadra, in testa il commendatore Mastellone, rimasto il suo migliore amico da queste parti.

Dato a don Aurelio quel che  gli spetta, torniamo a qualche altra considerazione d’attualità in proiezione campionato puntando sul miracoloso prossimo ritorno di Milik alla completa attività. E anche qui va pagato un tributo al capo dello staff medico del Napoli, il dottor De Nicola, e ai suoi collaboratori per la conferma del professor Mariani, il chirurgo dell’intervento, e per come hanno guidato il centravanti nel recupero. Questo staff è un’eccellenza, ha resistito e resiste a molte lusinghe, è una garanzia di fedeltà, come non lodarla?

Dopo l’arrivo di Pavoletti e il ritorno di Milik non commettiamo l’errore di considerare il Real un banco di prova per le aspettative degli azzurri. Si tratta di un capitolo a parte, semmai, perché, così deve essere per non uscire pericolosamente dalla dimensione del sogno ed evitarsi un brutto risveglio portatore di contraccolpi psicologici. Questo, perciò, è probabilmente il momento più impegnativo per Sarri che deve proteggere la squadra da distrazioni legate all’attesa del doppio confronto con la squadra più forte del mondo per quanto ha vinto, zeppa di campioni capeggiati dal già mitico Ronaldo.

C’è il rinato Milan di Montella a due passi e non è poco. Al Meazza c’è la prova del fuoco dalla quale si può uscire indenni soltanto se il Napoli riuscirà a giocare la partita perfetta nella quale tocca innanzi tutto a chi ci sarà al posto di Goulam e Koulibaly non smarrirsi mai e poi a tutti gli altri di associarsi nell’eseguire il piano dell’allenatore mettendo in pratica il riconosciuto miglior calcio d’Italia ma esprimendo anche sostanza.

P.S.

Volutamente non ci dilunghiamo, anche se l’eco è ancora forte, sulla sponsorizzatissima festa sancarliana a Maradona per il primo scudetto che ha partorito la conferma di De.La. sull’idea di affidare al sempre re Diego il ruolo di ambasciatore di Napoli nel mondo, quando avrà risolto il problema giudiziario con il fisco. Drammaturghi, poeti, scrittori sono stati chiamati alla celebrazione, tuffandosi nella retorica, davvero inevitabile, qualcuno ha scomodato perfino Omero, per dire.

I tifosi ha saputo fare i tifosi, Maradona lo hanno celebrato per strada, Il San Carlo non avrebbe potuto ospitarli. Lo farà il 10 maggio, primo sponsor il Comune di Napoli che gli conferirà la cittadinanza onoraria e quello sarà il vero luogo del tributo, come pensa onestamente il primo cittadino.

Perdonateci, se potete, ma a trenta anni dal primo scudetto Maradona non ha conservato il trono di napoletano più famoso nel mondo anche senza la feluca ufficiale?

 

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