Conte, l’artefice magico

Se si possono raccogliere le firme per un referendum, come si fa con le petizioni online o con i like sui social, è un bene o un male per il Napoli dire che tutto ciò lo può lanciare nel cosmo dello scudetto?

All’apparenza sembrerebbe senza ombra di dubbio un bene. Ma solo per forma, convenzione. Con la partita e la vittoria sul Monza, il Napoli

centra oggi la quarta vittoria consecutiva, si potrà sì parlare non solo di gruppo forte, perché già lo è. Ma pure di un "altro Napoli”. Quello che non c'era. Che ora non perde ritmo. Che non scivola contro antagonisti più facili. Una sindrome che l'ha, invece, portato a cadere anche e soprattutto nel recente passato. Ancorché tutto questo fa ormai parte della realtà del Napoli, in splendido isolamento in cima alla serie A, considerarsi già predestinato allo scudetto rischia di intralciare la regolarità del cammino dello stesso Napoli.

Insomma, la squadra coi colori del mare ha solo iniziato a far paura a tutte, ha preso i tempi giusti perché Conte ha trovato la chiave di volta.

Ovvero la disposizione tattica di base. Nessuno ci avrebbe mai scommesso, ma il tecnico del 3-5-2 ha virato d'un tratto su un 4-3-3 che si evolve in un 4-2-3-1 in fase di proiezione offensiva con McTominay che va dietro a Lukaku. Così ogni giocatore diventa funzionale. Don Antonio non ha piegato l’organico alle sue preferenze, ma si è piegato lui. È la cosa migliore che potesse fare per far funzionare questo rapporto e per allineare le stelle.

Certo, questo Napoli non incanta, ma mostra quel bello che può essere la norma. Pur se situazioni difficili in campo accadono e possono capitare. E la missione di Conte è anche fare in modo che pure questi intralci non ci siano più.

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