Alzate. Puntate. Gol! obiettivo: la Salernitana. Sono bastati prima un affondo di Di Lorenzo e poi l’ormai solita sciabolata di Osimhen (saldo capocannoniere a quota 19) per tornare in scena con un nuovo botto: girone d’andata chiuso a 50-punti-50, che se non è mezzo scudetto (ops! parola da non pronunciare), poco ci manca. Ed è ora, a metà campionato, che il Napoli rischia di passare da squadra brava e simpatica, tanto da diventare in pochi mesi un fenomeno, al gruppo che potrebbe farsi odiare perché è il più forte che ci sia. Soprattutto nell’immediatezza del mondo delle pronosticate big, che non ce la fanno nemmeno a inseguire i nuovi padroni del campionato.
La partita è sempre stata tra i piedi degli azzurri. Il Napoli più che dare la caccia agli avversari s’è dedicato, con applicazione e tenacia, alla caccia agli spazi, intasati negli ultima 30 metri da quella enorme macchia di colore granata. La Salernitana ha provato a mettere di traverso sia centrocampo che difesa (già tagliuzzata dagli infortuni), tuttavia l’idea della resistenza passiva è durata ben poco: appena 45’. Comunque il mattoncino che la squadra di Nicola doveva mettere, se proprio fosse stata destinata a soccombere, era di farlo con dignità. E considerando un po’tutto, così è stato.
Ora che il Napoli ha messo insieme vittorie, punti e primato ha dinanzi a se un solo compito, ovvero caricarsi delle responsabilità acquisite. Perché serviranno a prendere coscienza che il viaggio è ancora molto lungo e non si può sottovalutare nessuno e niente.
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