Caro Sarri, scelga il modulo "cazzimma"

 Se un paio di quelle undici fin troppo clamorose occasioni che il Napoli, costretto all’handicap contro il Palermo, avesse partorito altrettanti gol, non saremmo ancora a parlare dell’ultima partita al San Paolo. Invece l’ennesima occasione perduta, per giunta quella che avrebbe permesso agli azzurri di raggiungere la Roma al secondo posto,chiama a qualche riflessione.

Ex post è doveroso, in primo luogo, pensare alla scelta di partenza e a due giocatori: Allan e Jorginho. Sarri ha puntato su due titolarissimi e non ha avuto dai due quello che ragionevolmente si aspettava.

Allan, fulmine di guerra quando l’avversario attacca, quasi sempre abile nel contrasto e nel recupero, raramente nell’ultimo passaggio, non aveva la possibilità di esprimersi al meglio davanti al mucchio di avversari che Lopez aveva messo in area. E poi non poteva sovrapporsi ai compagni destinati a cercare in continuazione di perforare la muraglia palermitana. L’avesse fatto avrebbe snaturato la geometria che l’allenatore pretende, anche in allenamento, di rispettare.

Sarri poteva facilmente prevedere non di subire il gol in apertura di gioco per un improvviso (non il primo e speriamo l’ultimo) collasso dei terzini e dei centrali, ma come si sarebbe schierato tatticamente l’avversario. In casi simili la presenza dell’alterno Jorginho, purtroppo, è apparso da subito non adeguata alla particolarità della gara.  Occorreva nel ruolo nevralgico tenuto magnificamente nella passata stagione dall’italo-brasiliano, un altro tipo di centrocampista, uno più svelto di testa e di piede e quest’anno fortunatamente ci sono un paio di giovani capaci con le suddette qualità.

Concedere all’avversario, in una gara atipica, due elementi, non ha fatto che rendere più gravoso e confuso il lavoro dell’attacco, inutilmente puntellato da un Pavoletti pesce fuor d’acqua per affiatamento e per una condizione atletica non ancora ottimale.

Diciamo, allora, che anche l’allenatore ci ha messo del suo, come è sempre nel bene e nel male e pensiamo alle difficoltà che il Napoli incontrerà a Bologna, lontano dalla elogiabile spinta dei suoi tifosi, affrontando una squadra di buon livello allenato da un ex che, ogni anno, fa della partita contro il Napoli la partita della vita.

Ecco la necessità di presentarsi al Dall’Ara muniti dell’arma in più, la cosiddetta “cazzimma”, recentemente citata proprio da Sarri.

A proposito, provando a immaginare, si può pensare che sia stato Tommasone , il valente magazziniere del Napoli, superstite del vecchio organico, a insegnare a Maurizio la parola: “Mister, non basta giocar bene, ma ci vuole anche la “cazzimma”. .

Il dialetto, si sa, per la sua estrema efficacia, con una parola spesso sintetizza un discorso.

 

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