Addio Paolo Graldi, il direttore

Paolo Graldi si è spento a Roma a 81 anni, nella clinica Pio XI, dopo una lunga malattia.

Protagonista del giornalismo italiano, da cinque anni era presidente della Scuola Superiore di Giornalismo presso la Università Internazionale Luiss di Roma. Graldi aveva iniziato la sua carriera sin dalla giovane età, scrivendo per alcune testate della sua città, Bologna, per trasferirsi poi a Roma per lavorare prima con “Paese Sera”, poi con il “Corriere della Sera” con cui ha collaborato per oltre vent’anni. Per il quotidiano di via Solferino è stato cronista giudiziario, inviato speciale e da ultimo capo dell’Edizione romana.

Da inviato speciale del Corriere ha seguito tutti i principali fatti di mafia e di terrorismo in Italia e all’estero.

 

Divenuto anche vice direttore con Sergio Zavoli de “Il Mattino” di Napoli, è stato nominato direttore dalla Fondazione Banco di Napoli nell’ottobre del ’94. Rimasto al timone del quotidiano di via Chiatamone fino al 2001, successivamente è stato chiamato dall’editore Franco Gaetano Caltagirone alla direzione de “Il Messaggero” per tre anni, per poi essere nominato direttore editoriale.

 

Editorialista del gruppo, ha scritto per il Messaggero, il Mattino e Il Gazzettino di Venezia.

Ma Graldi non è stato solo giornalista di carta stampata. Per la tv, infatti, ha collaborato a quasi tutte le trasmissioni di Enzo Biagi ed è stato caporedattore con Sergio Zavoli per la realizzazione de “La notte della Repubblica” e “Viaggio intorno all’uomo”.

Ha firmato per Raiuno l’inchiesta in venti puntate “Io e il fumo”, “Io e il telefono”, “Io e il Cibo” e numerose inchieste per “Scatola aperta”.

Non solo, perché ha firmato la sceneggiatura di alcuni film per la tv, tra i quali “Il caso Lafarge”, “Il caso Stawinsky” e “Ladri e quadri”. Per Rai Parlamento ha condotto per tre anni “Parole in gioco”, per La7 ha firmato la serie biennale di “Effetto domino, tutto fa economia”.

Numerose anche le trasmissioni radiofoniche dirette e condotte per la Rai. Ha vinto numerosi premi di giornalismo, tra gli altri il Premio Scanno, il Città di Roma, il Premio Ischia di Giornalismo.

Ciao direttore, il mio ricordo dei nostri anni a Il Mattino, il mio sollievo nell’averti apprezzato. Dicevi «I direttori non si amano, si rimpiangono». Avevi ragione, ancora e per sempre.

 

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