“Arrivano i nostri”… ma non sempre

Una giravolta ha riportato il Napoli nella scia della classifica alta. Onori e meriti (ideali) al Parma, squadra malandrina e capace. Ferocia agonista e tre punti al Napoli. In fondo - episodi a parte, portiere emiliano espulso - anche questo è realismo, un po’ crudele, ma tant’è.

 Il Napoli soffre una contraddizione tutta calcistica. Possente, autoritario, coraggioso e temerario sul mercato, piccolo e impacciato in campo. Un calcio nebbioso sembrava dovesse far precipitare Conte e il suo Napoli nel buio della scorsa stagione. Fantasmi del passato accompagnavano la partita col Parms. Ma il calcio, come la vita, si costruisce episodio dopo episodio. Ecco che la stramberia del portiere avversario scaccia incubi e malesseri.  Ma questo Napoli, che sa scrivere pure copioni da thriller, è figlio prediletto di Adl, uomo di cinema e di emozioni forti. Immancabile l’ “arrivano i nostri”: Conte da un colpo di ciack all’attesissimo Lukaku e questi con Anguissa s’avventano su quel che resta del Parma. La scena finale, come nei migliori film, cambia. Tre punti e tutti a casa.
Finalino sul dopo partita: Neres rapinato in auto. Pagina bruttissima. Ma che dire delle anime candide di questa città? Spesso classe dirigente della stessa, che si stracciano le vesti per il calciatore brutalizzato. E hanno occhi e mente chiusi dinanzi agli orrori criminali che un giorno sì e uno pure spengono le speranze di Napoli. Ma questa è un’altra storia, quella vera e quotidiana che appartiene ai cittadini, carne viva di una metropoli angosciata, e non agli appassionati solo del pallone.

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