Vince un po’ di più il Napoli, soprattutto per la difficoltà degli ultimi tempi. Infortuni, malattie, accuse su alcune sconfitte - come il crollo in Coppa Italia - pesano ancora. Lo spiega bene l’impietoso score delle ultime undici partite, con solo quattro vittorie, meno del 50%.
La cosa singolare della vittoria di Bologna, ammesso che la si possa già dare per indicativa, è che sembra convincere molto di più gli scettici in servizio permanente effettivo che i “pasdaran” del tifo, e cioè i cosiddetti amici e i sostenitori del Napoli a prescindere. Questo perché aver eroso punti a Milan (ko kafkiano con lo Spezia) e Inter alimenta sogni e ambizioni.
In partita la truppa “spallettiana” è stata continua anche se meno brillante. Sostituire Insigne con Lozano (migliore in assoluto) è un’impresa, non per qualità individuale, Lozano è giocatore prezioso, ma per differenze tecniche che pesano su tutto il gioco alto della squadra. Il Napoli aveva l’avversario più complesso, non pericoloso, ma fastidioso. Anch’esso falcidiato dal Covid. Sappiamo che siamo comandati dal virus. Si dice che il campionato sia falsato ed è vero, ma è molto più falsata la vita di tutti noi. Non c’è niente di veramente regolare in quello che succede. Così alla fine la notizia viene dalla normalità con cui il Napoli si conferma l’unica squadra che può resistere al gruppetto di testa.
Certo la strada è lunga, altre sedici partite sono un’infinità, ma una cosa è certa: il Napoli non intende arrendersi. E fa bene. Perché la seconda vittoria consecutiva in campionato mancava da mesi, e va letta come una conferma della crescita collettiva — tattica e mentale — di un gruppo che ha, in parte, messo alle spalle la crisi di novembre e dicembre, figlia delle innumerevoli assenze. Non che la situazione si sia normalizzata, visto che anche ieri mancavano in parecchi fra Covid, Coppa d’Africa e infortuni. L’essenza di questa vittoria in trasferta, l’ha spiegata bene Spalletti: «Abbiamo qualità. Siamo reduci da difficoltà, ma mentalmente non ancora maturi, troppo rischioso il finale di partita». Maturità, nel calcio, significa esattamente questo: massimizzare il risultato minimizzando i rischi.
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