Aspetti positivi e negativi si sono confermati e manifestati nelle ultime due gare di campionato contro Bologna e Roma. Al Dall'Ara il Napoli praticamente è sceso in campo a 15 minuti dalla fine e questo può avere una duplice lettura: approccio completamente sbagliato, oppure calo di energie mentali che nell'arco di una stagione ci può stare. Se la gara fosse stata giocata effettivamente, gli spunti negativi sarebbero stati di più, ma il tonfo è stato troppo forte e netto per poter analizzare la partita di Bologna. Semplicemente, e in maniera anche un po' riduttiva, in quella partita il Napoli è sceso molle, con un'eccessiva sicurezza che in Italia non si può avere. La difesa ha accusato le incursioni di un giocatore come Destro che, per quanto forte, ha avuto una grossa mano dalle letture del reparto arretrato azzurro. Capitolo Roma. Passi avanti ne sono stati fatti. Non subire gol per Sarri e Reina vuol dire molto. Vuol dire riacquisire consapevolezza, tornare a lavorare di reparto e non di individualità. Se questo vale per il repaerto arretrato, qualcosa invece da registrare davanti c'è. Perchè non prendere gol da uno dei migliori attacchi è un ottimo risultato. Non farne ad una delle peggiori difese deve far riflettere. Higuain, Insigne e Callejon sembravano tre corpi slegati; non hanno mostrato quei movimenti all'unisono delle altre partite. Questione di lucidità e condizione? Può essere, in questo caso il bicchiere è mezzo vuoto. Ma a Napoli si respira ancora un'aria positiva, i tifosi, checché ne dica Sarri, continuano a crederci. Una rondine non fa primavera, diceva un vecchio saggio. E allora perchè un pareggio e una sconfitta dovrebbero fare una crisi...
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