Si sa che la storia non si fa con i se. E nemmeno il calcio. Ma con i se si può giocare a fare un po’ di quesiti, del tipo “cosa succede se?” Che cosa sarebbe successo se il Napoli avesse continuato a vincere chissà per quanto tempo? La domanda di oggi, però, è tutt’altro che irreale: come valutare il pareggio di Roma? La risposta potrebbe darci qualche elemento utile su eventuali errori e sui modi di porvi rimedio.
Forse il primo tempo lento e confuso e la gabbia mobile (il rapido Ibanez con raddoppi vari) su un Osimhen su di giri, ma caricato a salve, hanno evidenziato l’unica lacuna.
In ogni caso il Napoli ha dimostrato fegato calcistico, attaccamento al loro ruolo di primi in classifica (da stasera col Milan) e poi umiltà, voglia di fare.
La partita. Il Napoli tiene più la palla e ci prova di più, ma non al ritmo che ci vorrebbe e si ferma a un palo da fantascienza calcistica. La Roma va a strappi. Il pari ci sta. Bravi i difensori di entrambe le squadre.
Ci sono pareggi di successo come questo. Tuttavia lo 0-0 di Roma è un risultato lungimirante. Guarda lontano, oltre questa partita e per tutto
ciò che potrà venire da qui a fine campionato. E definirlo lungimirante, nulla ha a che fare con presunte compiacenze. Anche se sulle ali della buona stagione del Napoli l’effetto bandwagon è assicurato: tutti sul carro.
In definitiva i campionati da leader si costruiscono pezzo a pezzo, un po’ alla volta. Se fai quel che devi, accadrà quel che può.
E la temuta Roma? E l’arbitro Massa? Entrambi hanno dimostrato che contro un organico nettamente più forte si può anche non perdere.
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