Stupire per non sparire

Un’euforia da capolista sembra aver conquistato tanti napoletani, anche se i giorni di campionato, combattuti tra qualche pausa e tante accelerazioni, sono soltanto sette. È plausibile che così sia per una serie di ragioni, tante buone e qualcuna irragionevole.

Napoli è una città pregna di emozioni e, soprattutto, che sa viverle e farle vivere. Insomma, le trasmette come pulsazioni di felicità in momenti in cui tutto ciò che non sia calcio non ripaga questa gente. E qui ci fermiamo per non cadere in banali sociologismi. 

Torniamo al campo.  È stata la serata del Napoli capolista inatteso, del Napoli che decolla verso sogni finalmente possibili, del Napoli che restituisce a suon di vittorie i milioni investiti, ma anche persi, ovvero la sciagurata mancata vendita di Osinmhen.

Anche contro il Como, è un altro Napoli. Un’altra squadra. Un altro allenatore che si carica di responsabilità talvolta eccessive, come quella di aver scelto Lukaku, considerato ancora a disagio, ma già così ne vale quattro.

Oltre a ciò c’è una specie di lotta totale: battere i pregiudizi che hanno tenuto e tengono il Napoli, per oltre un anno fermo, come la squadra  delle dissonanze e non l’altra, quella della fatica e della faccia dura segnata da 3 scudetti, due di Maradona, Napoli che è tornato ed è ripartito. Volando subito alto. In splendida solitudine alla settima. Ma questo Napoli è in fuga limitata, se già da adesso intorno al mood si pompano troppe aspettative. Perché ora occorre solo la forza consapevole di chi è attrezzato per vincere e stupire. Come ieri con il Como.

La Conte band dovrà superare a piè pari il trabocchetto di chi debba vincere a ogni costo perché il primato è lì che l’aspetta, e gli avversari sono facili. Non voleva esserlo il Como che Fabregas ha riprodotto a sua immagine e somiglianza, rendendolo squadra sfrontata al punto giusto, ma spesso preda di avversari di ben altra portata.

Dislike non mi piace
0

Calciomercato

Le Opinioni

Serie A

Scroll to Top