Sorrentino: "A 16 anni non sono morto grazie a Maradona"

L'affermatissimo regista Paolo Sorrentino si è raccontato in un'intervista al Corriere della Sera dopo il debutto di The Young Pope, su Sky. Il regista napoletano ha raccontato come la sua vita sia legata al Napoli e a Maradona. "Quando ero piccolo chiedevo sempre a mio padre di farmi partire per seguire il Napoli in trasferta ma lui non mi dava mai il permesso perché ero troppo piccolo. A 16 anni finalmente mi diede il permesso, così invece di passare il weekend a Roccaraso con i miei sarei partito per vedere Empoli - Napoli. Citofonò il portiere, pensavo che fosse per avvissarmi dell'arrivo del mio amico ma mi disse che c'era stato un incidente. I miei genitori erano nel sonno, avvelenati dal monossido di carbonio di una stufa. La prima volta allo stadio fu con mio padre, era il Napoli di Juliano e di Vinicio, mio padre era legatissimo a "o' lione" e quando lo mandarono via smise di andare allo stadio. A dieci anni feci il mio primo abbonamento al Napoli, c'era Krol. Maradona? Non l'ho mai conosciuto, ci parlai solo pochi secondi quando, dopo la notte degli Oscar, ero sull'aereo a Los Angeles e la hostess mi diceva di attaccare. In The Youth c'è un regista argentino che palleggia con una pallina da tennis ma è un trucco del computer. Messi? Non avrà mai il carisma di Diego che venne a riscattare una squadra e una città che non avevano mai vinto nulla. Italia - Argentina? Ho tifato, come tutti al San Paolo, per Diego; Non puoi tifare contro l'uomo che ti ha salvato la vita", queste le parole di Sorrentino

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