Non è un esplicito cambio di opinione, ma qualcosa che gli assomiglia. A meno di sorprese, sempre possibili, oggi il Napoli recupera il suo diritto storico, e non solo, di essere capolista e pure qualcosa in più. Non è ciò che una maggioranza di colti e incliti del pallone sembrava pensare appena cinque settimane fa, appena dopo i primi approcci del campionato. All’epoca, gli indizi seguiti dalla mala domenica di Verona, facevano prevedere un cammino più cauto.
La vittoria netta, mai altalenante, sempre chiara sul Milan, cancella quei momenti tra il cupo e il sospettoso, figli della disgraziata scorsa stagione. Qui nessuno ha mai perduto la fiducia nel futuro, e né il Napoli temuto per il destino di se stesso e degli altri. Tuttavia è purtroppo in quei momenti che fioriscono i profeti di sventura e trovano tante orecchie pronte ad ascoltarli. In periodi cupi, molte persone avrebbero subito, una regressione, diventando vittime di paure immotivate. Qui, invece, si usa altro: forza, personalità, compattezza. Perché Conte vince, come a Milano, a modo suo, con le sue caratteristiche, con lo spirito dell'allenatore che trasmette volontà e fiducia. Sí, perché il Napoli ha rimesso in circuito quell'aria libera, salubre che crea la serenità delle vittorie.
Insomma, solidi, non spettacolari, ma belli.
Si crea così una diffusa domanda che ha due componenti: da un lato, la richiesta di una facile spiegazione («che senso ha tutto questo ?») e, dall’altro, la richiesta di rassicurazione («quale è la via della scudetto ?»). Che dire? Stiamo calmi, se possiamo.
Ah, già: un’ultima cosa. Ai pierini che spargono dubbi su Lukaku. Beh, è uno dei soli due giocatori, insieme ad Ademola Lookman, ad aver segnato almeno quattro gol e fornito almeno quattro assist in A nella stagione che avrebbe potuto essere corre. Decisivo
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