Ripartire da un insuccesso per continuare a sognare

Quest’anno abbiamo vissuto una sosta invernale lunga ed insolita, caratterizzata da un Mondiale giocato a cavallo tra l’autunno e l’inverno che ha suscitato non poche polemiche e che ha fatto storcere il naso ad una buona percentuale di appassionati di questo sport.  

 

Ieri finalmente, dopo più di un mese di attesa, il tanto bramato 4 gennaio 2023 è arrivato.

Una giornata che per tutti significava il ritorno in campo della propria squadra del cuore, ma che per il Napoli nello specifico rappresentava qualcosa in più: il peso di dover scacciare via le polemiche delle ultime amichevoli, dalle quali gli azzurri sono usciti fischiati dal pubblico di casa e con qualche dubbio in più.

 

L’avversario è uno dei peggiori, l’Inter di Inzaghi, e neanche lo stadio aiuta, essendo lo storico Giuseppe Meazza di Milano. 

Insomma, il ritorno in campo del Napoli appare sin da subito in salita, ma sulla carta la capolista non dovrebbe farsi intimorire da nessuna squadra e da nessun nemico, dato l’enorme potenziale dimostrato negli ultimi mesi.    

 

La gara, però, non va come il popolo azzurro e la squadra di Spalletti avrebbe desiderato.

I partenopei, al termine dei 90’, escono sconfitti da San Siro per 1-0 per mano di un’Inter che è parsa dominante non tanto sul piano del gioco, quanto su quello mentale.

I nerazzurri hanno sbaragliato l’avversario mettendo in campo una cattiveria agonistica ed una voglia di vincere che si sono viste sin dal primo tempo, frazione di gioco in cui i padroni di casa avrebbero potuto tranquillamente portarsi sul 2-0. 

La prestazione sotto tono dei partenopei, che sono risultati pericolosi soltanto in un’occasione con il subentrato Raspadori e tra l’altro verso la fine della gara, non deve però abbattere un ambiente sano e conscio delle proprie capacità. 

 

Perdere a San Siro contro l’Inter, di misura e senza essere dominati sul piano del gioco può e deve essere accettato, anche perché immaginare un intero campionato senza passi falsi sarebbe un’utopia, considerando soprattutto il calendario ricco di impegni che caratterizzerà la stagione degli azzurri nei mesi a venire (il Napoli, nelle prossime settimane, sarà impegnato anche negli ottavi di Coppa Italia e in quelli di Champions League). 

 

Un punto da cui ripartire e su cui lavorare, però, sarà quello dell’atteggiamento della squadra, la quale finora non era mai parsa così intimorita, neanche in trasferte europee che farebbero tremare le gambe anche ai calciatori più esperti, come ad esempio quella di Anfield, in occasione della quale gli uomini di Spalletti hanno sì perso, ma imponendo il proprio gioco ed uscendo dal campo a testa alta, consci della qualità del proprio lavoro e delle proprie armi.

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