Quando lo spettacolo sono i tre punti

Mentre il Napoli, smarrito e inconcludente, incassava gol dal Verona e rabbuiava la sua gente, l’altro Napoli era già in volo. Quel Napoli che dovrebbe essere, ma non è.  Quello pronto, che ha colpito per due volte in otto minuti i veronesi. Una troppo breve prova di forza dietro la quale vanno letti vari messaggi. Il Napoli che rincorre il traguardo della zona Champions si trascina per il campo, sotto il peso di un’ indolenza subita. Che la sua voragine fosse pure fisica, accumulata in un controproducente lavoro estivo, si era intuito.  Se a essa s’aggiunge la depressione da minimi risultati, il quadro è definito. Del resto prove e controprove  si intrecciano ogni volta. Prendete Mazzocchi. La differenza di preparazione tra lui, acquisto di gennaio, e il resto della squadra è evidente. È stato un pendolo a energia atomica. Sua la presenza sulla sinistra: geometrica per movimenti interni ed esterni. Sempre lui dietro le quinte dell’uno-due che ha cambiato il risultato.  Al resto ci ha pensato la sveglia collettiva suonata dopo lo 0-1. Segnale di un gruppo che stenta a ritrovarsi e che ancora non  sa cercare stimoli, se non quelli indotti: ovvero la possibile sconfitta. C’è ancora un messaggio da leggere dopo questo match col Verona. Il Napoli ha bisogno di risultati e serenità per ritrovarsi. Ogni punto, come diceva Franco Scoglio, sarà una montagna. E per favore, anche se a malincuore, mettiamo da parte il Napoli dal bel gioco.  Ora lo spettacolo è quando si vince. Ecco perché la caccia al quarto posto non si risolve da oggi al domani. Diventa una questione strategica. quindi di medio lungo periodo. 

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