Ora che sono passate venti partite, adesso che il Napoli è così in alto in classifica e sembra irraggiungibile; già, proprio ora la Spalletti band, dopo anni di sfibrante incertezza e di trionfo dell’interesse particolare, ha ripristinato l’ordine delle cose. C’è riuscita quando, come oggi, era necessario farlo anche nella gestione delle giornate di campionato più difficili. Insomma, una vittoria pesante e al tempo stesso complicata contro un'ottima Roma compatta e di personalità. Un ulteriore segnale di come questa sia la stagione della squadra che ha i colori del mare.
Il resto è un bel mucchio di cosiddette “grandi” celebrate e inutilmente candidate, quasi fosse un rito in desuetudine, a vincere il campionato e che, invece, si trovano ad accontentarsi d’essere tra quelle formazioni che hanno fatto soffrire di più il Napoli, la capolista (vedi parole di Mourinho dopo il 2-1 alla sua Roma). È il segnale che contro la potenza e la tecnica di questo gruppo di ragazzi in maglia azzurra non c’è più nulla da fare. Sono ormai i padroni del campionato e interpretano il ruolo con la trasparenza di chi sa di essere tra i giusti del calcio italiano.
E poi c’è Osimhen. Leggero, elegante, fisico forte e modi da pianista per come tratta il pallone. Primo attaccante e ultimo difensore. Gentile e geniale, a 24 anni il ragazzo sta dimostrando che in uno sport di avventura e combattimento i muscoli non sono tutto. Ma intelligenza e talento, improvvisazione diventano virtù di chi sa spaccare le partite. E oggi “Osi” è l’Angelo Azzurro, è il simbolo di una squadra giovane che con una nuova identità punta a divertire divertendosi: cercando di cogliere l’ultima occasione per meritarsi il primo posto tra le vere grandi.
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