“Lobotka sarà appetibile per tanti club, gli piacerebbe giocare in un club che lotta per vincere la Champions. Abbiamo parlato con Deco, il Barcellona lo prenderebbe ma devono succedere tante cose. Stani ha gradito le dichiarazioni di Xavi, spesso io lo contatto in spagnolo, lui mi chiede spesso come stia Lobotka”. Queste le parole di Jasurek, l’agente di Stanislav Lobotka, pronunciate il 21 marzo.
Oggi, 24 marzo, la Gazzetta e il Corriere dello Sport riportano la notizia di un serio interessamento da parte del Barcellona per il centrocampista slovacco, nonostante le non ottimali – per usare un eufemismo - condizioni economiche in cui versa il club blaugrana. Guarda caso, esattamente tre giorni dopo le parole proferite dal suo agente.
Ora, mettiamo in chiaro due cose.
La prima. Gli agenti e i procuratori sono il male di questo sport. Sono come delle sanguisughe che ti prosciugano fino a lasciarti sfinito e senza forze, e quando fanno queste dichiarazioni dimostrano zero interesse per la causa azzurra, perché ottengono come unico risultato quello di generare scompiglio e panico nella tifoseria partenopea. Mettere altra carne a cuocere, specialmente in un’annata difficile come questa, non mi sembra proprio il caso.
La seconda. Stanislav Lobotka non si tocca e se proprio lo si volesse lasciar partire, ci vorrebbero non meno di 50 milioni, perché tanto vale un giocatore che nell’anno solare non salta neanche una partita per infortunio e tiene alto il livello del suo calcio, nonostante gli altri intorno spesso rappresentino più un peso che un aiuto effettivo. Inoltre, anche per 50 milioni o più, ci penserei molto approfonditamente, perché di registi come Stanislav, che è un fuoriclasse vero, ad oggi ce ne sono talmente pochi che si contano sulle dita di una sola mano.
Che si rifondi l’anno prossimo e si attui una vera e propria rivoluzione, ma si parta da una base solida, che ha un nome ed un cognome: Stanislav Lobotka.
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