È ancora agosto e il calcio, campionato o non, è ancora approssimativo per definizione. E le partite sono d’assestamento. C’è chi soffre e sbuffa - è il caso del Napoli - ma alla fine gonfia il proprio io e, tra imprevisti e improbabilità vince, così come accaduto sette giorni fa col Venezia. Vincere, per gli amanti dei sorrisi e dei buoni propositi, sta diventando un piacevole vezzo: finora sette su sette, amichevoli incluse.
La squadra è forte, con organico ampio (oggi a Genova diverse assenze) e può restare lassù. Tuttavia fin qui non si è giocato bene ma è inizio stagione e poi ci sono un po’ di lavoretti da fare (le difficoltà degli esterni contro una difesa a cinque), le riparazioni ora che si torna ai box per la settimana della Nazionale dei signori d’Europa. Comunque, nel “campionato a sette favorite che si va delineando - Spalletti dixit - il Napoli potrà dire la sua”.
Di questi tempi , però, contano i punti, ciò non toglie che Spalletti dovrà tenere a lezione i suoi e, magari, far rivedere più volte il secondo tempo col Genoa, quello con qualche sbavatura di troppo. E menomale che l’allenatore del Napoli, in campo, è un iperattivo. Come contro il Venezia, nel momento peggiore ha rimescolato il mazzo di carte con Petagna e Ounas.
Eccoci alle prestazioni e agli scampoli del calciomercato. Insigne al top, Koulibaly, un argine. Cedere Ounas sarebbe stato un azzardo, di Petagna c’è bisogno. Serve assolutamente un mediano.
E se non capiscono la differenza tra avere un altro mediano oppure non averlo, gli facciamo un disegnino.
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