La mutazione genetica

Se va così, può anche non essere una scoc- ciatura. Se si può gestire corrichiando senza forzare per un’ora e trovando poi anche nuove soluzioni, battendo un avversario ringalluzzito, qual é stato il Brescia dopo il gol dell’1-0, allora se c’è gran confusione sotto il cielo della Gattuso band, la situazione é favorevole. Finalmente. Perché il Napoli aveva frainteso del tutto l'impostazione del primo tempo, facendo l'esatto opposto di quello che andava fatto. Palleggio macchinosi e inconsistenza, manovra sotto ritmo, vuoto pneumatico in attacco. Insomma, impressionante. Poi la mutazione “genetica” nella ripresa. Squadra meglio organizzata, umile, allenata bene, macchina da gol e con una carica agonistica che potrebbe mettere paura a chiunque, aspettando il Barcellona, anche in Champions League. Ecco perché questa vittoria ha ancora più valore per il modo in cui è arrivata, perché si é dimostrato tutt’altro che semplice ribaltare l'inerzia della partita,  contro un Brescia ostinatamente rinchiuso nel proprio bunker, dopo aver preso di petto una difesa avversaria spenta e fuori regime tattico. Si va sul pallottoliere del match col gol dell’1-0. 

Quando ti feriscono puoi fare due cose. Una è istruire una rivincita. Forte e immediata. L’altra, dopo aver incassato e smaltito un po’ la sofferenza,

è passare oltre. È così bello riuscire a non pensare più a chi ti ha “colpito”. Non esistono più per te. Non ci pensi più. Così si va avanti. Come ha fatto il Napoli col Brescia e idealmente contro la congrega degli imbecilli da curva che urlavano “coronavirus” ai napoletani. E  fermiamoci qui. Perché non vale  rispondere  per iscritto ai cretini, visto che non sanno nemmeno leggere. 

 

 

 

 

 

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