Senza incantare, senza paura (almeno per soli 45’), ma con tanto, troppo penare. Il Napoli, dopo una partita complicata, prende fiato, tira un sospiro di sollievo e rimonta contro il Milan, dominatore del primo tempo. Lo fa giocando così e così, contratto e teso all’inizio, vittima di errori personali, faticando a liberare la testa e di conseguenza le gambe dai veleni di chi si sente travolto dagli avversari. Insomma, ingenuità e distrazioni.
I gol della risalita, quelli almeno, sono belli: Politano apre alla “remuntada”con un tiro da destra terrificante; Raspadori con un arabesco su punizione chiude il 2-2. Sono due sorrisi alla fine di un match maledettamente complicato. Garcia chiedeva impegno e serietà e da questo punto di vista viene accontentato, purtroppo soltanto per mezza partita. Da sottolineare la mossa riparatrice dell’allenatore - sul quale s’addensano ormai per routine gli strali di molti - che ha rivoltato la gara come un calzino: un attaccante in più (Simeone) e un 4-3-3 che diventa un 4-4-2. Una spinta per cambiare l’inerzia della partita. Finalmente più ritmo, lucidità, fuoco, dopo minuti iniziali così duri e pesanti. Che dire? Possiamo accontentarci.
Rudi Garcia deve prendere il buono di una serata così. La ferma reazione nella ripresa, la personalità mostrata sino alla fine, la voglia di Raspadori e Politano. Al tempo stesso dovrà lavorare sulle ingenuità commesse, soprattutto in difesa e anche a centrocampo. Rrahmani travolto, Natan non è più lui, anche Elmas gira a vuoto.
Bilancio delle undici giornate: quarto posto (zona Champions), virtuale turno successivo in Europa e sette punti nelle ultime tre partite (media 2,3). Insomma, tutto è possibile: non sarà facile, ma sognare un po’ non costa niente.
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