Se è davvero iniziato un altro campionato, senza sosta fino a marzo, il Napoli esce ancora dai blocchi mostrando i muscoli dello sprinter (gol quasi subito di McTominay al 31’) e la testa del maratoneta. E continua a godere l’aria rarefatta della cima scudetto
Sa vincere senza stupire. Una superiorità che non è mai bellezza, una potenza che non è mai imposta, una calma che rifugge la frenesia. Un Napoli capolista, comunque e dovunque. Proprio la concretezza consente alla Conte band di nascondere nel suo costante e mai spettacolare dominio pure certi punti oscuri. Certe ripartenze spesso diventate magagne. Palle perse e rinvii distratti.
Almeno due titolari sono sotto la sufficienza, proprio per questo lieve deficit: Oliveira e Rahmani.
La partita ha due chiavi di lettura sul piano tattico. Nel primo tempo il Napoli dimostra di essere squadra importante, ma lascia per strada dosi di applicazione meticolosa. Nella ripresa sbanda, ma non soffre.
Questione di indole, certo, peró anche di atteggiamento. Conte sa bene che trionfi e successi sono fenomeni ingannevoli e si rifiuta di far dipendere l’ umore del suo Napoli da verdetti transitori. Ci sono e ci saranno sempre parentesi buie tra due arcobaleni, mai una delusione senza un domani. E per fortuna «domani arriverà lo stesso» e non lo dice Conte, lo canta un “filosofo” di riferimento: Vasco Rossi.
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