Joop Lensen (Responsabile giovanili Lazio): "La Campania è unica per scovare i talenti"

La Campania continua ad essere una delle regioni più osservate per produzione di giovani calciatori, confermandosi tra le prime per qualità oltre che per quantità. Tante sono le squadre professionistiche che arrivano a Napoli e dintorni per cercare giovane promesse in giro, ma qualche giorno fa al complesso Kennedy dei Camaldoli si è presentata la Lazio per osservare le promesse della scuola calcio dell’Internapoli, una tra le migliori sul suolo partenopeo che continua a mantenere alta la tradizione di fucina di talenti con nomi molto noti come Chinaglia e Giuseppe Wilson, rispettivamente trascinatore e capitano proprio dei biancocelesti campioni d’Italia della stagione ’73- ’74. La compagine capitolina ha uno dei settori giovanili più interessanti del Bel Paese e basta citare giocatori come Strakosha, secondo portiere delle Aquile in prima squadra con già 7 presenze e prestazioni convincenti, o anche il centrocampista Alessandro Murgia e l’ala  Cristiano Lombardi che hanno già segnato il primo gol con la maglia biancoceleste in Serie A, senza dimenticare Danilo Cataldi, attualmente in prestito al Genoa, oppure calciatori del passato come il Campione del Mondo Alessandro Nesta e la discussa bandiera Paolo Di Canio. Per mantenere alto il livello qualitativo del settore giovanile, da questa stagione la Lazio ha ingaggiato come Responsabile della propria cantera l’olandese Joop Lensen, uomo di grande esperienza e conoscenze sulla formazione dei giovani con alle spalle un grande lavoro di prima qualità con l’Ajax, la prima squadra dell’Olanda con la grandissima fama di fucina di talenti come il simbolo del calcio Cruijff, Van Basten e del libero dalla grande tecnica con un ottimo passato anche nel Napoli, ovvero Ruud Krol. Nello studiare i ragazzi tra una partita e l'altra al Complesso Kennedy, il signor Lensen ci concede di intervistarlo e avere il modo di parlare ad ampio respiro sullo stage fatto ai Camaldoli con l’Internapoli, dell’attuale trend delle squadre italiane nel lanciare i giovani e le differenze tra il calcio del nostro paese e quello olandese.

 

La giornata è stata molto intensa e ha visto molti giovani qui al Kennedy che si sono messi alla prova. Che idea si è fatta sui settori giovanili e delle scuole calcio di Napoli?

“Per la società della Lazio è molto importante la nostra squadra scout per cercare di essere presente su più territori. In Campania, ma in particolar modo a Napoli, si respira sempre un’aria speciale perché qui ci sono ragazzi con grande forza fisica, voglia di lavorare e mettersi in mostra che sono aspetti per noi fondamentali per le nostre valutazioni. Qui c’è molto materiale di prima qualità”.

Che gruppi li hanno impressionati fino adesso?

“Ho potuto vedere i 2003 e i 2004 dell’Internapoli e sono rimasto particolarmente soddisfatto. Ho visto 3-4 giocatori molto interessanti, tra cui il 2003 Cipolletta e il 2004 Gala che stanno dimostrando di poter sostenere un provino con noi (alla fine convocati, ndr), ma sicuramente ne osserveremo altri in futuro con molta attenzione”.

Quanto è importante per la Lazio essere presente sul territorio campano?

“Per noi è fondametale essere qui, ma come si sa il livello della Lazio nelle giovanili ci permette di essere presente sul tutto il territorio italiano. Come a Napoli, siamo presenti a Firenze o anche a Bologna. Per noi questi sono territori importanti nel quale dobbiamo essere presenti, ma guardiamo anche al di fuori dell’Italia come in Europa o anche in Sud America per essere sempre pronti ad prendere potenziali giocatori dalle grandi qualità”.

 La “cantera” della Lazio su che tipi di giocatori punta?

“Il progetto della Lazio sul settore giovanile è molto importante e ogni anno cerchiamo sempre nuova linfa.  Il nostro obiettivo è, oltre scovare potenziali campioni, creare una mentalità vincente nelle giovanili perché solo così si può avere un futuro importante per la prima squadra e insegnarlo ai ragazzi è fondamentale perché così si possono raggiungere grandi traguardi . Oltre a noi ci sono anche l’Atalanta, l’Empoli che lanciano valide promesse in prima squadra e dopo anni molte altre squadre italiane stanno finalmente puntando su questa filosofia perché hanno capito quali sono le basi per costruire un grande futuro”.

Ultima domanda. Lei per anni ha lavorato nel settore giovanili dell’Ajax che è uno dei migliori nel mondo. Quale è la differenza tra l’Olanda e l’Italia?

“La grande differenza sta sulla base tecnica. In Olanda questo aspetto è fondamentale per la crescita dei ragazzi, si lavora sempre molto per migliorarlo e per avere una grandissima qualità in campo perché poi si punta sempre a cercare di lanciare il giovane calciatore in prima squadra fino a vederlo in nazionale, in un Europeo oppure in un Mondiale. Il controllo della palla, il passaggio sono fondamentali per il gioco come per l’organizzazione. In Italia non si trascura questo aspetto, però ci si concentra di più sul piano dello sviluppo fisico e la differenza è evidente in campo, però non manca la qualità e alla fine il lavoro che si fa risulta sempre eccellente”.

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