I Conte tornano

L'uscita di scena dell’Atalanta dai piani alti della A e il cambio di cavallo dell’Inter, che sembra rallentare corsa e aumentare velleità, all’apparenza non c’entrano nulla con la possente marcia del Napoli. In realtà, sono due tra le tante sfaccettature dello stesso prisma. E il prisma è la più grande novità della stagione calcistica, la più importante dal crollo del Napoli di un anno fa e dal suo stesso rifacimento, ricostruito con uomini e idee.
 Il prisma è la nuova identità della compagnia azzurra, che ha una visione chiara delle proprie  possibilità, che ha per leader non una squadra, bensì un uomo,per quanto favolosamente vincente: Antonio Conte. È lo storico della concretezza, il Napoli sa essere coraggiosi in ogni attimo, fermarsi e ripartire, subire e riprendersi. Anche e soprattutto al di là dei confini di Napoli: otto vittorie e venti gol in trasferta. Insomma, è il gruppo che va (frase rituale, ma come non mai vera). E per crearlo occorreva l’autorevolezza di Conte. I suoi risultati in ogni campo e con ogni squadra riempiono  di aspettative i calciatori, e aderire in toto ai dettami dell’allenatore diventa la cosa più ovvia. Ecco perché i “Conte  tornano.” Ben oltre di quel subire un vocabolario senza riscontri reali, brutto perché superfluo, inutile e non solo inelegante, uno slang fatto di “terzi”, “quinti”, “braccetti”, “spazio da attaccare”, “inerzia”, come quella di chi improvvisa e falsa l’essenza del calcio, che da sempre non ha più nulla da inventare. È un gioco semplice per menti evolute. Peccato per chi ancora non lo intenda.

 

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