Gabri Veiga ha scelto l'Al Ahli. Il 21enne spagnolo nella giornata di ieri ha trovato l'accordo decisivo con gli arabi beffando il Napoli.
Scelta che sta facendo molto discutere all’interno del mondo del calcio. Addirittura Toni Kroos, centrocampista tedesco del Real Madrid, ha rilasciato un commento sotto l'annuncio del trasferimento del suo collega definendo la situazione "embarassing". (Cancellando il commento in un secondo momento)
La decisione del giocatore spagnolo apre un nuovo scenario nel mercato europeo dei giocatori. Ad oggi, in Arabia, sono andati grandi giocatori con carriere quasi al termine (come Benzema, Kantè, Fabinho, Neymar) e giocatori che hanno scelto esclusivamente i soldi invece che provare l'ultimo grande step della proprio carriera (Milinkovic Savic, ad esempio). Gabri Veiga non fa parte di nessuna delle due categorie appena citate, e apre uno scenario molto preoccupante per il calcio europeo. Se un ragazzo così giovane, prospetto molto interessante sceglie anch'egli i soldi, forse dobbiamo rivalutare l'importanza dei nostri campionati in questo momento storico.
All'inizio, con l'arrivo di Cristiano Ronaldo nel mondo arabo, si pensava ad una situazione fax simile come quella creatasi anni fa in Cina. Tanti giocatori a fine carriera che sceglievano i maxi stipendi offerti. L'Arabia Saudita sembra assolutamente non muoversi solo in questa direzione. Il movimento calcistico arabo sta cercando di crescere prendendo i migliori giocatori sia dal punto di vista "tecnico" che "prospettico".
Bisogna per onestà intellettuale ammettere che rifiutare i soldi arabi sia molto difficile.
Il calcio romantico degli anni '80-'90 non esiste più, adesso uno stipendio decisamente più sostanzioso batte nella maggior parte dei casi l'amore verso questo bellissimo sport.
Ora dovremmo iniziare a chiederci se l'Arabia sia effettivamente un pericolo così grande per il panorama calcistico europeo e per il calcio come lo conosciamo adesso.
Creare un nuovo campionato di sole stelle , così dal nulla, attaccando il grande “football” occidentale, non è assolutamente facile.
In questi anni l’egemonia del panorama calcistico europeo è rimbalzato in ordine dalla Serie A degli anni 90’, alla Liga dell’eterno duello di Messi e Ronaldo, fino alla Premier League. Storia e tradizione non si possono comprare. La bellezza trasmessa da una competizione come la Champions League o il calore degli stadi europei non possono essere sostituiti da vagonate di soldi. L'Al Nassr di Ronaldo e Manè non potrà obiettivamente mai avere lo stesso seguito del Real Madrid di Ronaldo e Benzema.
È innegabile però che in questa sessione di mercato ci sia la sensazione di una migrazione dei talenti vecchi e nuovi verso i soldi arabi.
Ora però la vera domanda da porsi è: l'Arabia chiuderà la sua scesa sul calcio Europeo come la Cina? O dovremmo abituarci ad inglobare nella visione del panorama calcistico mondiale una nuova nazione?
Jurgen Kloop, allenatore del Liverpool, aveva lanciato già un messaggio in conferenza stampa in tal senso. Il mercato arabo chiude 3 settimane dopo quello dei maggiori campionati europei, e la minaccia dei soldi è diventata troppo grande anche per i club della Premier.
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