Dela e Gattuso, sfida a scacchi

 

La vittoria di Torino e il terzo  posto (zona Champions) dovrebbero costruire il prossimo futuro del Napoli, cominciando, ovvio, dall’allenatore. Tuttavia il Napoli ha in testa solo i clamori della stagione ( i vari contenziosi, compreso il rapporto Gattuso-Adl) e guarda poco a ciò che accadrà. Intanto ci sarebbe poco da stupirsi se il Napoli dovesse continuare - come è nelle cose - a mettere insieme punti e gioco. Già, perché è normale che il Napoli sia tornato a essere d’attacco e d’avventura. Forte, organizzato e pure divertente da vedere, come a inizio annata. Il problema non è mai stata la sagacia tecnica di Gattuso, né presunte incomprensioni nel gruppo. Oppure giocare tre gare alla settimana. Il vulnus era che bisognava doverlo fare per due mesi con soli tredici disponibili, portieri compresi.  La narrativa calcistica adesso racconta di un riavvicinamento tra De Laurentiis e Gattuso. Chissà... tuttavia tutto ciò ricorda tanto “pax” fatue, indotte da vittorie e risalite in classifica. Non c’è volontà di accordo, se non esistono le giuste progettualità. Intanto la lunga marcia verso il posto Champions conta altre cinque imprevedibili  tappe. Insomma, uno dietro l’altro, i tasselli stanno trovando il loro posto nel quadro generale. Se ne ricava una prospettiva destinata a segnare le prossime settimane. Due piani si intrecciano e si condizionano. Alla breve storia del Napoli in Covid e post Covid, manca solo il finale.  I protagonisti? Sempre loro. De Laurentiis e Gattuso, entrambi consapevoli che alle loro spalle s’è aperta una partita tutt’altro che banale. 

 

 

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