Napoli ha vinto, campane a festa per la prova maiuscola che la Città ricca di storia ha voluto e saputo e fortemente voluto offrire al mondo, non soltanto dello sport, raccogliendo l’invito offerto dalla presenza del Real Madrid, dopo trent’anni.
Alla brava telecronista Titti Improta che chiedeva con dolcezza a un tifoso spagnolo, all’ingresso del San Paolo, che cosa provava a mischiarsi con i tifosi napoletani e un’impressione ricevuta della Città che lo ospitava, il “señor” ha risposto: Napoli? “Maravigliosa”, tornerò presto.
Ecco, questa risposta è la carta di tornasole dell’evento e deve riempire d’orgoglio quanti lo hanno celebrato nella maniera migliore, segno si spera di una nuova primavera che tutti insieme, sempre, dobbiamo far vivere per dare sostanza al consolidamento dell’immagine complessiva; per cancellare, si spera tutte le brutture che portano in cronaca le stese, biglietto da visita dei guaglioni della camorra, gli ammazzamenti, i regolamenti di conti nei quartieri da recuperare integralmente alla legalitià. L’impegno prioritario di un questore che conosce il territorio come pochi, Antonio de Jesu, primo tifoso del Napoli e di Napoli. Una garanzia e la sua felicità oggi è la nostra conoscendo e apprezzando da molti ani la sua tenacia.
Napoli ha vinto, il Napoli ancora una volta no, ma la questione del calcio diventa secondaria perché la squadra ha dato tutto quello che poteva, ivi compresi gli ormai cronici difetti in difesa, specialmente sui calci piazzati, e non riconducibile esclusivamente a questo o a quello, piuttosto inspiegabili tic della squadra tutta e che il valoroso Sarri proprio non è riuscito a eliminare in due anni, cruccio irrisolto di un perfezionista.
La crudele ripetitività di questi mancamenti che rende forse insonni le notti dell’allenatore toscano ha ancora diverse occasioni per riscattarsi, perché due obbiettivi rimangono da centrare: il superamento della Juve per proseguire in Coppa Italia e, obbiettivo ancora più prestigioso superare la Roma per la conquista del secondo posto. Perciò niente è perduto, tutt’altro e adesso non il caso di mettere in graduatoria quelli che hanno affrontato la corazzata “galactica”. Tutti gli azzurri hanno dato quello che avevano per rispondere a una prova di dignità nel rispetto di un pubblico ineguagliabile che la sfida l’ha vinta insieme all’intera città.
La ricorderemo, la partita di martedì, proprio per questo e non si sembra assolutamente poco. Alè alè Napoli e chissà che un giorno, all’improvviso…….
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