Addio a Gigi Mele. Dolore per il mondo dello sport alla vigilia dell’arrivo del Giro d’Italia in Campania.
Il suo ultimo chilometro l’ha corso con la fatica - la sua eterna compagna - degli anni. Addio Gigi Mele, una piccola grande pietra di quel monumentale sport che è il ciclismo. Gigi corse negli anni ruggenti della bici, uomo di squadra più che gregario, vinse nel 1962 una tappa del Tour de Suisse, da Bellinzona a Vaduz. Fu determinante per tutte le vittorie delle squadre dove divenne subito un punto di riferimento. La fatica era la sua medaglia d’oro, il suo gradino del podio: così come accade a tutti i protagonisti dell’epopea del ciclismo. La bici è stata la sua compagna di sempre, anche quando finì la carriera e lavoró in Rai. Segui come tecnico-motociclista le corse più importanti. Sfrecciava sulle discese più ardite accompagnando i mitici radiocronisti dell'epoca. E adesso nel vento degli uomini giusti diventano ricordo quelle voci dei cantori del Giro d’Italia: “C’è un uomo solo al comando…”. “Nell’ultima curva si erge la maglia azzurra di…”. “A te la linea De Zan…”. Addio Gigi. Vivere amato, morire rimpianto.
Al collega Silver, figlio di Gigi, e a tutta la sua famiglia, le più sincere condoglianze delo staff di Toniiavarone.it
- Accedi o registrati per inserire commenti.