Vi presento il Napoli versione montagne russe

Almeno al luna park ci si diverte, i fegati dei tifosi partenopei, invece, sono tutt'altro che rilassati e felici in questo finale di stagione. Contro il Parma l'ennesimo crollo verticale, è come se il Napoli proprio nel momento cruciale di un'ascesa che potrebbe portare al secondo posto si affacciasse e crollasse verso uno strapiombo che ha diversi nomi quest'anno: Bilbao, Palermo, Chievo, Parma, Atalanta, Cagliari, Empoli, Milan, Torino, Verona e chi più ne ha più ne metta. Tutte partite in cui il risultato dovrebbe essere quasi assicurato, eppure ci si mette di mezzo quella pochezza di idee, quella assoluta mancanza di verve che in altre squadra pare sia naturale e il risultato è spesso deprimente per i tifosi azzurri. Molte di queste sfide coincidono proprio con risultati negativi delle antagoniste del Napoli, ogni volta in cui c'era bisogno di quel salto di qualità, quello strappo in avanti, arrivava, e arriva tutt'oggi, la tremarella al braccio, ciò che in gergo tennistico viene chiamato braccino. Quella tensione, detta anche 'paura di vincere' che non ti fa esprimere al meglio le tue potenzialità per una frenesia nella ricerca del risultato che devi ottenere per approfittare dell'errore di un tuo avversario. Difficile, però, che questo braccino venga ad un Federer, Nadal o ad un Djokovic (per chi segue minimamente il tennis), non a caso è una prerogativa dei meno forti che a tu per tu con l'occasione di superare un avversario si fanno assalire dalla paura di vincere. Chi è conscio delle proprie capacità va avanti per la sua strada senza farsi tante domande; è il caso della Juve che quando scende in campo non pensa a cosa hanno fatto i suoi avversari sugli altri campi, l'obiettivo che ha è sempre quello di asfaltare la squadra che ha di fronte ed è lì che vince ancor prima di entrare in campo. A calcio si gioca prima con la testa e poi con i piedi, il più abile giocoliere senza un buon cervello rimarrebbe un ottimo freestyler, ma non diventerebbe mai un giocatore di calcio degno di questo nome. Cominciamo a convincerci che questa sindrome del braccino fa parte della mentalità di questa squadra, ed avere una mentalità vincente è una caratteristica proprio come può essere un mancino chirurgico o un'elevazione da record. Non si parla di sfortuna o fato, è una mera attitudine negativa dei giocatori del Napoli e come tale va presa per quella che è senza cercare alibi o motivazioni da altre parti.

[ Leonardo Vivard ]
Twitter: @LeonardoVivard

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